Molto spesso si parla di diabete come una malattia dilagante. Sono sempre più numerosi i bambini e i giovani adulti che soffrono del tipo 1. Lo studio TEEN. Una ricerca internazionale molto prestigiosa, ha fatto il punto della situazione per capire quali siano i fattori di controllo e soprattutto com’è possibile migliorarlo. Quali sono stati i risultati? Purtroppo la situazione è abbastanza preoccupante: il 70% circa, non raggiunge l’obiettivo terapeutico, rappresentato da un livello di emoglobina glicata inferiore al 7,5% per i giovani di meno di 18 anni.
I bambini della fascia 8-12 anni sono quelli che tendono ad avere un miglior controllo metabolico, probabilmente perché supervisionati dai genitori.
Ha spiegato al Corriere della Sera Stefano Tumini, responsabile del Servizio Regionale di Diabetologia Pediatrica a Chieti. Ciò non vuol dire che gli obiettivi siano raggiunti, anzi il valore medio è ben lontano da quello stimato. Per i bambini, le possibilità economiche delle famiglie sono importanti per la minor durata della malattia e della terapia. Inoltre, un miglior controllo è collegato a un maggior coinvolgimento dei genitori e all’assenza di conflitti familiari riconducibili al diabete.
Lo studio TEEN offre dati eccezionali correlati alla cura e ai suoi risultati nei giovani con diabete di tipo 1 in tutto il mondo. I dati raccolti ci aiuteranno a progettare nuovi approcci alla cura che consentiranno di superare molte delle difficoltà associate a un controllo glicemico sub ottimale e al peso psicosociale della cura, offrendo così un aiuto ai giovani diabetici e alle loro famiglie.
Ha aggiunto Lori Laffel, del Joslin Diabetes Center dell’Università di Harvard. La prima cosa, la più importante di tutti, è non vergognarsi della malattia del bambino e non creargli imbarazzo. Cercare di viverla con naturalezza, facendo di tutto perché abbia una vita normale, vuol dire aiutarlo a un controllo quasi fisiologico ideale.
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