Nella maggior parte dei casi, intorno alla 30esima settimana di gravidanza, accade che il bambino si trovi già in posizione cefalica, ovvero in quella consiederata più adatta alla nascita, con la testa posta in basso. La testa, infatti, è la prima parte del corpo del piccolo che uscirebbe dall’utero, e considerando il fatto che il suo diametro sia quello maggiore del bimbo, non dovrebbero esserci problemi di sorta nella fuoriuscita di tutto il corpo. Non sempre però ciò avviene. Può accadere ad esempio che a pochi giorni dalla nascita il bambino si trovi ancora in posizione podalica, ovvero con i piedi rivolti verso il basso ed il capo verso l’alto.
La posizione podalica ovviamente comporta delle difficoltà per ciò che riguarda il parto naturale ed in alcuni casi rende necessario il ricorso al cesareo, soprattutto ove il bambino superi i 3,8 kg di peso. Ma questo non è l’unica soluzione. Vediamo quali siano le alternative al cesareo per far venire alla luce il proprio piccolo.
Nel caso di un bambino di peso minore si potrebbe scegliere ugualmente il parto vaginale. Ciò però non è così comune, specie perchè non sempre è facile trovare un ginecologo disposto a far nascere un bambino in posizione podalica attraverso un parto naturale. Altra possibilità consiste nel ricorso al rivolgimento per manovre esterne (RME), ovvero un tentavivo di modificare la posizione del bambino dall’esterno, grazie ad una manipolazione transaddominale.
Altro metodo volto a favorire la capriola del bambino è un esercizio fisico che consiste nel far mettere la mamma in una determinata posizione che comporta il fatto che il bimbo capti la presenza di più spazio per muoversi e dunque lo spingerebbe a cambiare posizione. In pratica la donna, mettendosi a quattro zampe e mantendo la testa bassa girata di lato e appoggiata sulle mani farebbe si che l’utero si allarghi creando le condizioni favorevoli per il movimento del piccolo.
Altre alternative, infine, provengono dalla medicina cinese: agopuntura, moxibustione e agopressione sono tre dei metodi volti a favorire lo spostamento del bambino. La prima consiste nel toccare con gli aghi i punti sui meridiani responsabili per l’utero e la pelvi. La seconda consiste nello stimolare, con il calore, un punto determinato posto sul mignolo di entrambi i piedi, con un cannello bollente di artemisia. La terza, infine, consiste nel manipolare, attraverso un massaggio, tale punto sui piedi, tecnica probabilmente più sopportabile da parte della futura mamma.
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