Uno dei giocattoli sicuramente più comuni, soprattutto tra le bambine, sono le bambole. Accompagnatrici dell’infanzia della maggior parte di esse, la bambola spinge la sua proprietaria a cimentarsi con il ruolo di mamma: la culla, la accudisce, le fa fare la nanna e fa si che mangi. Riguarda proprio quest’ultimo aspetto la polemica nata di recente riguardo la bambola Nenuco Won’t Eat (Nenuco non mangerà). A prima vista si tratta di una comune bambola ma la sua funzione principale è quella di rifiutare il cibo. Muovendo la testa da un lato all’altro lo respinge.
Pesanti le critiche abbattutesi sui creatori spagnoli della bambola in questione, che secondo queste ultime incoraggerebbero l’anoressia. A loro difesa i produttori del giocattolo affermano di non avere fatto altro che riprodurre una scena familiare per molte mamme, ovvero il fatto di avere a che fare con i capricci di fronte al cibo. Facendo questo affermano di voler far capire ai bambini quanto ciò possa risultare frustrante per i propri genitori, incoraggiandoli quindi a fare diversamente.
La bambola, che ha un costo di circa 40 euro, basa il suo funzionamento su un magnete che fa si che apra e chiuda la bocca e ruoti la testolina da sinistra verso destra, opponendo dapprima un rifiuto al cibo, salvo poi cedere al contatto del cucchiaio con le labbra, dopo qualche insistenza dunque. Tra le critiche il fatto che il comportamento di Nenuco Won’t eat incoraggi i bambini ad adottare un comportamento del tutto sbagliato e che ciò possa comportare un’influenza negativa sui piccoli spingendoli a pensare che rifiutarsi di mangiare possa rappresentare un atteggiamento normale. Ancora, a detta del pediatra Giuseppe Mele, si tratterebbe di un esempio diseducativo, che andrebbe a contrastrare il tentativo dei genitori di promuovere una corretta alimentazione e l’amore per il cibo dei propri figli.
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