Smog e patologie respiratorie. Molto spesso si associano questi due fattori, anche perché la qualità dell’aria nelle nostre città è davvero pessima e purtroppo non ci sono politiche sufficienti per migliorare la situazione. A spaventare sono soprattutto i dati relativi ai bambini: una recente ricerca ha evidenziato un aumento del rischio, in termini di frequenza e gravità, nei soggetti con broncospasmo (wheezing) o asma in età pediatrica. Insomma, i piccoli si ammalano di più e più gravemente.
Lo studio ha monitorato i bimbi milanesi dai 3 mesi ai 18 mesi per circa un anno, per verificare quali sono le patologie più diffuse, ovvero asma bronchiale, wheezing e predisposizioni allergiche. E non è tutto, perché oltre alle condizioni ambientali, intervengono altri elementi in favore di queste malattie, nel corso della gravidanza. Quali? Per esempio, la prematurità (15,6%), il papà fumatore durante la gravidanza (28,8%), i problemi cardiaci (5,6%) e respiratori (11,9%) alla nascita.
Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e Presidente di SITIP, ha spiegato così i risultati:
I bambini, soprattutto quelli in età prescolare sopportano il 40% del peso dei danni indotti dall’inquinamento, poiché hanno caratteristiche anatomo-fisiologiche che li rendono più suscettibili. In particolare, durante la crescita e lo sviluppo degli organi esistono delle “finestre di vulnerabilità” agli stimoli nocivi, quali il periodo pre-concezionale, l’età embrionale, il primo anno di vita, il periodo dalla nascita fino ai 5-6 anni e l’epoca dello sviluppo puberale.
La situazione quindi è abbastanza chiara: la correlazione tra inquinamento e asma esiste e soprattutto interviene pesantemente sulla salute dei bimbi, perché? L’inquinamento modifica la risposta immunitaria e contribuisce all’infiammazione delle vie aeree. Il consiglio dei medici della Sitip è quello di proteggere quanto più possibile i piccoli dai malanni di stagione, magari utilizzando il vaccino antinfluenzale. Purtroppo, nei pazienti con patologia respiratoria cronica anche l’influenza può essere pericolosa.
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