Avere tempo di sedersi e parlare in alcune famiglie è davvero un lusso. Ci sono genitori che non riescono a cenare mai con i figli, bambini che consumano i pasti solo davanti alla tv. È un errore, un grave errore, di cui oggi forse non ci rendiamo conto, ma che domani potrebbe danneggiare i nostri piccoli. Dialogare direttamente con i bambini già quando sono nelle prime fasi dell’apprendimento del linguaggio li aiuta ad avere un vocabolario migliore e a capire più velocemente le parole.
Pensate, che già nel libro “Il linguaggio segreto dei neonati” di Hogg Tracy s’invitano le mamme e i papà a dialogare fin da subito, già quando sono nella pancia, con i loro piccoli e possibilmente chiamandoli per nome. Dovrebbe poi diventare un’abitudine da portarsi per tutto il corso della vita. Può sembrare complicato, ma in realtà s’impara… A sostenere questa tesi non è solo Hogg Tracy, ma anche uno studio della Stanford University pubblicato dalla rivista Psychological Science. Adriana Weisleder, l’autore principale, ha commentato:
Esporre semplicemente i bambini alle parole non è sufficiente a sviluppare il loro vocabolario. Per far imparare loro le parole è necessario interagire.
Gli esperti hanno studiato 29 bimbi di 19 mesi, tutti di origine latinoamericana, munendoli di registratore fisso per captare tutti i suoni a cui venivano esposti nell’arco di una giornata. Che cosa è emerso? Alcuni captavano 12mila parole al giorno, altri non più di 670, meno di uno spot pubblicitario all’ora, quasi tutte non rivolte a loro ma ‘captate’ dalla tv o da dialoghi tra adulti. Primo errore: non si parla direttamente con loro, secondo errore li si parcheggia davanti alla tv pensando possa fungere da sostituto o da babysitter. L’indagine è stata rifatta a distanza di 5 mesi sugli stessi piccoli e quelli con cui i genitori avevano parlato di più hanno mostrato anche il vocabolario più ampio.
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