Tra i tanti valori da tenere sotto controllo durante la gravidanza c’è anche quello relativo alla pressione arteriosa. Nonostante molte future madri tendano a mantenere la pressione piuttosto bassa, senza che questo comporti particolari problemi a mamma e bambino, si può verificare l’opposto. In questo caso la situazione dovrebbe essere costantemente monitorata. A questo proposito, tra le diverse conseguenze che la pressione alta durante la gravidanza potrebbe comportare, si aggiunge anche un rischio concreto di poter subire un ictus in futuro, con una percentuale maggiore del 40%.
Come afferma il dottor Aravind Ganesh, neurologo dell’Università di Calgary, molte donne che durante la gravidanza avevano sofferto di pressione alta, e soprattutto erano state colpite da preeclampsia che come ben sappiamo rappresenta una forma più grave di ipertensione, sono state soggette in età avanzata ad un rischio di ictus significativo. Il dottor Ganesh insieme ad una equipe composta, tra gli altri, dai colleghi Eric Smith, Rahul Mehta e Neha Sarna, ha preso in esame una serie di 9 studi diversi monitorando delle donne durante gli anni successivi al parto, per un periodo variabile che andava da uno a ben trentadue anni. Il primo dato a saltare all’occhio da un primo confronto tra i suddetti studi sarebbe da riscontrarsi nel rischio maggiore che queste avrebbero avuto nell’essere colpite da un ictus in età matura.
Quello della pressione alta rimane uno dei disturbi più comuni durante la gravidanza. Può comportare, tra le altre conseguenze, il minore afflusso di sangue alla placenta oltre che il rischio di partorire molto prima del termine dando alla luce neonati prematuri. Se durante la gravidanza, per ovvi motivi, la pressione arteriosa viene costantemente tenuta sotto controllo, una volta dopo il parto si tende a trascurarla e di conseguenza non si effettua più una sorta di azione preventiva nei confronti di un eventuale ictus. Viene da se che le donne in esame, essendo già soggette a tale tipologia di problema, andrebbero seguite anche dopo la gravidanza, per evitare l’insorgenza di complicazioni varie, che possono essere più o meno gravi.
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