La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine. Chi ne sia affetto dunque deve assolutamente evitare, all’interno della propria alimentazione, tutti gli alimenti che lo contengano: ciò rappresenta, tra l’altro, l’unica cura esistente affinchè i celiaci conducano una vita il più normale possibile. Un recente studio norvegese diretto da Ketil St›rdal dell‘Istituto Nazionale di Salute Pubblica a Oslo, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Pediatrics, proverebbe che il rischio di celiachia sarebbe maggiore nel caso in cui si verifichino queste due possibilità: che il bebè assuma del glutine per la prima dopo i primi sei mesi di vita e che l’allattamento al seno si prolunghi oltre il primo anno di età.
Lo studio in questione ha coinvolto 82.167 bambini le cui abitudini alimentari sono state oggetto di ricerca. In particolare si è proceduto con il distiguere i bambini in tre gruppi diversi sulla base del momento in cui questi avessero assunto glutine per la prima volta. In particolare al primo gruppo appartenevano i bambini che avessero assunto glutine già a 4 mesi, nel secondo quelli tra il quinto ed il sesto mese e nell’ultimo quelli che avevano mangiato alimenti contenenti glutine dopo i sei mesi. Altro fattore tenuto in considerazione è stata la durata dell’allattamento al seno degli stessi.
Dopo aver confrontato tutti i dati relativi ai neonati presi in esame si è giunti alla conclusione che i bambini che avevano assaggiato prodotti contenenti glutine dopo il compimento dei primi sei mesi di vita erano a rischio maggiore, del 27%, di essere colpiti da celiachia rispetto quelli che l’avevano ingerito prima di tale tempo. Oltre questo si è stabilito che i bambini allattati al seno fino ad oltre il compimento del primo anno di età erano caratterizzati da un rischio del 49% in più rispetto quelli allattati per un tempo minore.
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