E’ stato presentato recentemente, durante un forum tenutosi a Sidney, un nuovo originale contraccettivo capace di evitare indesiderate gravidanze e malattie sessualmente trasmissibili. Un vero e proprio anticoncezionale dunque, ma sottoforma di gel, che agirebbe diversamente rispetto quelli conosciuti fino ad oggi. Tale sostanza si attiverebbe solo al momento necessario, ovvero quello dell’inseminazione, rimanendo a riposo nel tempo restante.
Grande novità dunque, ma come funziona? Il contraccettivo in oggetto andrebbe inserito qualche giorno prima del rapporto sessuale, 2-3 al massimo. Caratterizzato da una consistenza particolare, gelatinosa, il contraccettivo dovrebbe essere inserito servendosi dell’aiuto di una spugnetta o di un anello vaginale. Dal momento dell’introduzione fino al momento del rapporto rimarrebbe dunque inattivo per svolgere la sua funzione solo a contatto con gli spermatozoi. Questo il suo compito, non svolgerebbe alcun altro ruolo se non quello di non uccidere gli spermatozoi, ma di distruggere le sostanze indispensabili agli stessi per muoversi all’interno dell’ambiente vaginale. Oltre a proteggere da gravidanze non volute il gel eviterebbe l’insorgenza di diverse malattie ed infezioni come la Chlamydia, una di quelle più frequentemente trasmesse per via sessuale.
Si tratterebbe dunque di un prodotto innovativo nel variegato mondo della contraccezione che negli ultimi anni non si è contraddistinta per grandi proposte. Dal 1959 infatti, anno di introduzione della pillola, non si sono più registrate significative innovazioni. Si sentiva quindi il bisogno di trovare soluzioni che fossero adeguate alla società attuale contraddistinta da tutt’altre esigenze. Grande attesa dunque relativamente l’effettiva efficacia del prodotto, al quale John Aitken, studioso presso l’Università di Newcastle sta lavorando da anni insieme ad un valido team di scienziati australiani. Nel caso in cui venisse confermata, come accaduto fino ad ora, almeno relativamente alle sperimentazioni in provetta, si auspica diminuisca il numero dei ricorsi all’aborto. Ma mancano ancora un paio di conferme derivanti dalla sperimentazione sugli animali e successivamente sull’uomo, restiamo in attesa.
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