La storia di Charlie Cobb è bella da raccontare, perché non solo parla di un bambino molto malato che sta lottando con successo per avere una vita normale, ma anche dell’importanza di far fare sport ai bambini. Nello specifico parliamo del nuoto, conosciuto come l’attività più completa in assoluto. La mamma di Charlie, Louis, alla 20esima settima di gravidanza riceve una brutta notizia, una di quelle notizie che non vorresti mai avere: il piccolo ha una malformazione cardiaca congenita, la sindrome del cuore sinistro ipoplasico.
Alla nascita Charlie viene sottoposto a un intervento chirurgico, il primo di tre. Sono operazioni delicate e ovviamente anche molto rischiose. La mamma si accorge durante la riabilitazione in acqua, che il bimbo reagisce molto bene, migliorando sia nel movimento sia nelle prestazioni.
Normalmente bambini di questa età in piscina giocano ma non fanno il vero nuoto, non è dunque di formidabile impegno fisico e anche nella nostra esperienza dopo il secondo e ancor più dopo il terzo stadio è permesso fare attività fisica non agonistica. Certo la notizia colpisce chi non lavora nel nostro ambito specifico proprio perché la cardiochirurgia moderna permette a questi bambini di avere una vita con un buon livello di qualità.
Ha commentato il dottor Carotti, professore del Bambino Gesù, intervistato dal Corriere della Sera. Charlie sta migliorando a vista d’occhio e il futuro per lui è molto più normale di quanto non si possa credere. Questa particolare cardiopatia è una causa di morte molto comune nel primo mese di vita. Numerosi bambini, nel corso della loro vita, possono aver bisogno di un trapianto di cuore. Charlie oggi ha 18 mesi. Deve lavorare tanto e sicuramente il vero banco di prova arriverà con la scuola e mettendo alla prova la sua capacità di apprendimento. Ci riuscirà? È presto per dirlo. Sicuramente l’acqua sta dando molta serenità a lui e a tutta la sua famiglia.
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