Molte volte abbiamo parlato di sostanze chimiche inquinanti e di come possano ricadere negativamente sulla salute delle mamme in gravidanza e sui loro bambini. Oggi riprendiamo questo tema, concentrandoci sui pesticidi, tutti quei prodotti utilizzati in agricoltura per proteggere le colture dagli insetti o dai parassiti. Si cita sempre la famosa agricoltura biologica, in realtà è ancora un segmento di nicchia e le aziende che fanno uso di pesticidi sono numerosissime, soprattutto in Veneto, Emilia Romagna e Sicilia.
Secondo i dati dell’ ISPRA, nel Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque 2013, il 34,4% delle acque superficiali e il 12,3% di quelle sotterranee, presentano livelli di pesticidi superiori a quelli posti nei limiti delle acque potabili e la Pianura Padana è la zona più inquinata. Questa premessa ci porta poi a parlare della gravidanza e della salute dei nostri bambini. Ricordiamo che le acque magari non finiscono direttamente nel nostro bicchiere, ma possono finire nei fiumi, servono per irrigare gli alberi… insomma entrano nel ciclo della vita e sicuramente passano nei nostri piatti (come il salmone norvegese).
I pesticidi, secondo diversi studi, sono responsabili dell’aumento del rischio cancro, di malattie neuro-degenerative, di disturbi della gravidanza, anche dell’aborti, di malattie immunologiche, e molto altro. Per esempio, i piccoli nati da madri esposte durante la gravidanza a insetticidi organoclorati hanno 6-7 volte più probabilità di patologia autistica rispetto ai figli di madri meno esposte.
Per questo motivo, nel 2001, l’Epa (Environmental Protection Agency) ha vietato negli Usa il commercio di questa sostanza, utilizzata soprattutto per uso residenziale (avete presente il classico orticello dietro casa? Ecco proprio quello). Purtroppo, secondo alcune analisi, questo insetticida si trovava all’epoca nel 70 percento dei campioni di sangue delle donne in gravidanza e dei loro neonati e in quasi tutti campioni di aria. Il pesticida in questione attraversa rapidamente la placenta, mettendo a rischio lo sviluppo del nascituro.
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