Cinque bambini su cento sono portatori di anomalie cardiache e, nella stragrande maggioranza dei casi, i loro genitori non ne sono a conoscenza. Questo è quanto emerso da un’indagine condotta su circa 700 bambini di scuola materna e primaria del comune di Santa Marinella nel Lazio.
I medici dell’Unità di Aritmologia Pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù hanno condotto uno screening a tappeto su 695 alunni di età compresa fra tre e dieci anni di tre scuole del comune laziale. Lo screening è stato effettettuato nell’ambito di un progetto per la prevenzione della morte cardiaca improvvisa e consisteva nell’esecuzione di un “semplice” elettrocardiogramma.
Per nove bambini su dieci si trattava del primo esame cardiologico in assoluto e se non vi fossero stati sottoposti il 5.7% di essi non avrebbe mai saputo di essere affetto da un’anomalia cardiaca. Nella gran parte dei casi fortunatamente si tratta di anomalie di lieve entità ma l’1.4% cento dei piccoli esaminati ha mostrato problemi cardiaci importanti come il pattern di Brugada che, in una modesta percentuale di casi, può essere causa di morte improvvisa.
Spesso purtroppo la cronaca ci narra di bambini deceduti all’improvviso mentre giocano o fanno sport, spesso davanti agli occhi attoniti dei loro genitori che vedono scivolare via la vita del loro bimbo senza poter fare nulla. Lo screening cardiologico universale potrebbe invece salvare molte di queste piccole vite.
Come afferma il dottor Fabrizio Drago, responsabile dell’unità di Aritmologia Pediatrica del Bambino Gesù di Palidoro:
Lo screening cardiologico entro l’infanzia permette di individuare la alterazioni tipiche delle sindromi che provocano aritmie e che possono causare morte improvvisa in una fase della vita in cui i sintomi si manifestano solo raramente. Riconoscerle consente di avviare, nei casi selezionati, trattamenti specifici per far sì che le alterazioni del ritmo non si traducano in sintomi e soprattutto non possano sfociare in una morte improvvisa
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