Non è una novità che ci troviamo in un periodo di forte crisi, tutto ce lo ricorda. Ma ciò che non può non stupire è il numero dei bambini e adolescenti attualmente in povertà assoluta in Italia che si stima si aggiri intorno ai 723mila. Ciò si evince dalla Relazione al Parlamento 2013 del Garante per l’infanzia e l’adolescenza presentata da Vincenzo Spadafora. A saltare subito all’occhio la “scarsa attenzione verso le necessità materiali e i diritti” dei più piccoli.
In base alla relazione, la seconda dalla nascita dell’Authority, presentata al presidente del Senato, Pietro Grasso, e al ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, le politiche minorili sarebbero fallite, almeno da quanto si evince a partire dai dati Istat. In base ad essi 1.822.000 minorenni italiani vivrebbero in una condizione di povertà relativa mentre per 723.ooo di essi la condizione sarebbe peggiore, si parlerebbe di povertà assoluta. Molto grave la situazione relativa alle numerose famiglie italiane con più di tre minori in casa, in questo caso vi è un forte rischio di esclusione sociale dei bambini, ciò soprattutto al Sud dove tali famiglie sono pari al 70%, contro il 46% del resto di Italia. A quanto afferma lo stesso Spadafora ci sarebbbe un reale rischio di povertà per 70 minorenni su 100 residenti nel Mezzogiorno.
Una soluzione all’emergenza risiederebbe in una serie di investimenti mirati che continuano ad essere sottovalutati dalla classe dirigente ma che in realtà potrebbero fare molto per arginare il problema. Il punto di partenza risiede innanzitutto nel rispetto dei diritti dei minori accompagnato dall’investimento su di essi. Un’operazione lungimirante che permetta in un futuro un minore dispendio economico.
A questo proposito regalano una speranza le parole del ministro Cancellieri che, durante un’intervista, ha affermato di volere impedire che i bambini affianchino le madri detenute in prigione, in un ambiente decisamente poco adatto e sereno per delle creature così piccole ed indifese che hanno diritto a tutt’altro genere di contesto.
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