Chissà quante volte vi sia capitato di trovarvi di fronte ad un bambino in preda ad una crisi di pianto calmatosi solo dopo essere stato preso in braccio. Si tratta di una scena vista e rivista ma avreste mai pensato che il motivo c’è e che sia stato dimostrato scientificamente? Che si tratti di cuccioli umani o animali non importa: una volta in braccio alla mamma smettono di piangere nel primo caso o di emettere suoni di richiamo nel secondo. Ma a cosa è dovuto questo effetto calmante? Un recente studio pubblicato su “Current Biology” ce lo spiega chiaramente. A calmare i bebè oltre al fatto di essere presi in braccio dalla mamma influirebbe anche il suo camminare, avanti e indietro.
Ciò è emerso da un’analisi incrociata del battito cardiaco e di supporti audio-video del movimento al quale sono stati sottoposti. In seguito alla presa in braccio si registra una regolarizzazione dell’apparato motorio e di quello cardiaco che portano i bambini a calmarsi. Lo studio in questione è stato ideato da Kumi Kuroda, ricercatrice dell’Istituto di neuroscienze Riken di Saitama, in Giappone, che ha pensato bene di iniziare la sperimentazione dai topi. In particolare si è accorta di come, mentre fosse intenta a pulire le loro gabbie, afferando per il collo in maniera delicata i piccoli animali, riproducendo quasi le modalità delle loro madri, questi smettessero immediatamente di agitarsi, un po’ come accade nel caso dei bambini molto piccoli. Ciò ha dato il la all’inizio di una ricerca sui bambini di età inferiore ai sei mesi.
Gli scienziati ne hanno misurato il battito cardiaco una volta in braccio alle proprie mamme scoprendo come diminuisse una volta che queste iniziavano a camminare, proprio come nei topi. Da ciò è emerso quindi che una sorta di comunicazione non verbale tra madri e figli si sia conservata nel corso dell’evoluzione e rivesta un significato molto profondo relativamente alla sopravvivenza.
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È difficile trovare persone competenti su questo argomento, ma sembra che voi sappiate di cosa state parlando! Grazie