La storia di oggi è un problema sociale, che probabilmente tocca da vicino moltissime mamme. Leggendo i giornali vi sarete più volte spaventate per i tassi sulla disoccupazione giovanile? Non è facile accudire i propri bambini e al tempo stesso lavorare, perché mancano le strutture e una rete di servizi efficienti. La mamma di cui parliamo è una ragazza madre: si è diplomata con in braccio un neonato.
Ora il bambino è sufficientemente grande per andare alla Materna e questa mamma si sente pronta per tornare al lavoro. Piccolo problema: non solo trovare lavoro è complesso, ma la scuola le ha detto che non ha i criteri per iscrivere il bimbo. I genitori che lavorano hanno la precedenza su chi è a casa per scelta e su chi è disoccupato.
La giovane donna si è rivolta all’associazione locale Se non ora quando (Snoq), che ha provveduto a uno studio sull’accesso alle materne a Cuneo. È un’analisi circoscritta, ma sicuramente un esempio di quello che succede nel Paese. Giulia Conte, presidente del gruppo e antropologa, ha commentato a LaStampa:
Considerata la forte crisi del mercato del lavoro, riteniamo non più equi criteri che escludano i non lavoratori e le non lavoratrici dalla possibilità di vedere i propri figli ammessi alla scuola dell’infanzia. Pensiamo a genitori giovani, alla ricerca di lavoro, o a persone che per sopravvivere devono adattarsi a lavorare senza contratto.
È necessario diversificare i criteri, per dare pari opportunità, considerando che le famiglie sono in continuo cambiamento e che la situazione lavorativa non è più quella di un tempo. Avere figli e lavorare, senza un aiuto, è davvero molto difficile e a volte frustrante, è anche vero che le persone disoccupate devono essere messe nella condizione di trovare lavoro, soprattutto se hanno figli. Che cosa ne pensate? Vi sono capitate situazioni simili e come avete risolto?
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