Il dolore nei bambini è un gravissimo problema perché è molto difficile da capire e soprattutto da diagnosticare. Si è interrogato su questo tema il Gruppo di Studio Fimp nazionale terapia del dolore e terapia palliativa, che ha presentato i dati della ricerca qualche giorno fa a Capri. Gli esperti hanno potuto verificare che alla base di quasi la metà delle visite ambulatoriali (5mila l’anno) sono dovute al dolore.
Entrando un po’ più nel dettaglio, le cause sono numerose: emicranie, dolori addominali, muscolo scheletrici, multipli, dolori cronici
(ovvero superiore ai tre mesi). Il 63% dei pediatri risponde che un bambino che dice di avere dolore deve essere sempre trattato, ma fra questi il 42% non utilizza alcun metodo per la rilevazione del dolore. E non è tutto, perché quasi un terzo non tiene in considerazione il sintomo per la diagnosi, mentre il 71 percento è preoccupato degli effetti collaterali dei farmaci oppioidi.
Il dolore pediatrico, in particolare lieve e moderato è una condizione frequente nei più piccoli fin dai primi mesi, con forte impatto sulla qualità della vita e sullo svolgimento delle attività quotidiane. Senza la necessaria copertura antalgica causa conseguenze a breve termine (peggioramento clinico, complicanze) e a lungo termine (dolore cronico, alterazione della soglia del dolore, problemi socio-relazionali).
Ha spiegato il presidente Fimp Giuseppe Mele, che ha ricordato che fino a 30 anni fa molti interventi sui bambini venivano eseguiti senza antidolorifici. È importante sensibilizzare su questo tema i medici dei bambini, ai quali sarà regalato un poster sulla gestione del dolore nel bambino. Il piccolo deve essere misurato e ascoltato. Si devono utilizzare delle scale di misurazione del dolore per la valutazione indiretta, basata sull’osservazione del comportamento, dei movimenti, dei parametri fisiologici.
Photo Credit | ThinkStock