L’adozione è una strada molto complessa, troppo complessa. Le coppie che decidono di diventare genitori attraverso quest’opportunità sono spesso persone che hanno tentato di avere in modo naturale (o con la fecondazione) un figlio e non ci sono riusciti. Sono coppie magari gay che non hanno altra opportunità. In tutti i casi, portano sulle spalle una storia complicata, con già diversi episodi dolorosi. Tutto ciò però non li ha fermati, perché il desiderio di avere una famiglia è più forte di ogni cosa.
Ammirevole, non credete? Quando si resta incinta nessuno viene a curiosare nel tuo privato, cercando di capire se la tua relazione è stabile, quale sia il tuo reddito e la tua attitudine alla genitorialità. Ci sono tante coppie alla frutta che hanno bambini, che non possono mantenerli o che proprio non sanno cosa voglia dire fare la mamma o il papà. Eppure loro hanno la possibilità di diventare genitori senza quiz.
Il giudizio nell’adozione è importante, quasi fondamentali, ma anche opprimenti. È uno strumento che usiamo tutti, a volte senza cattiveria. Secondo un recente studio, condotto dai ricercatori dell’università di Binghamton e dell’Indiana University, i genitori gay sono giudicati dalla società più severamente, a causa dei pregiudizi.
Secondo l’indagine si tratta di un problema da non trascurare per due ragioni: perché costringe i genitori omosessuali a subire una dose di stress e pressione sociale maggiore e immotivata. E poi, perché queste critiche possono condizionare l’opinione dei tecnici, ovvero le assistenti sociali e le autorità competenti che devono dare l’ok per un’adozione.
Una coppia gay che sgrida il proprio bimbo, anche con violenza, adotta lo stesso comportamento di una coppia etero. Non vuol dire che sia positivo, ma capita a tutte le mamme e a tutti i papà, e non per questo sono cattivi genitori. I pregiudizi esterni possono essere un fattore di stress negativo, per la serenità di una famiglia, qualsiasi sia l’orientamento sessuale.
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