Lo stress ha delle conseguenze a lungo termine sulla salute dell’essere umano sin dai primi giorni della sua vita e quando essere sotto pressione sono i neonati questo nostro nemico silenzioso colpisce al cuore. A dirlo è uno studio condotto alla Georgia Regents University il quale ha dimostrato che i piccoli che subiscono uno stress, come ad esempio l’essere separati dalla madre non appena venuti al mondo, sono più a rischio degli altri di andare incontro all’insorgenza di malattie cardiache.
Lo studio, presentato in questi giorni al Southern Regional Meeting di New Orleans, è stato condotto su modello animale, ovvero su cuccioli nei quali è stato osservato che la separazione dalla propria madre ha indotto un abbassamento delle funzioni cardiache di base. Il cuore, in particolare, mostrava una diminuita capacità di riempirsi adeguatamente di sangue e, dunque, ossigenarsi oltre che una minore capacità di rilassarsi.
Questo, secondo i ricercatori, esporrebbe i neonati al rischio di sviluppare malattie cardiache una volta divenuti adulti anche se non è ancora chiaro il meccanismo attraverso il quale ciò avviene. D’altra parte, già altri studi precedenti a questo avevano sostenuto la tesi che i bambini nati da donne affette da preclampsia siano maggiormente a rsichio di soffrire di scompensi cardiaci una volta adulti a prescindere dal fatto di essere nati prematuri o al termine della gravidanza.
In condizioni come la preclampsia, quella che una volta veniva definita gestosi, infatti, l’aumento della pressione arteriosa materna fa si che al feto arrivino minori quantità di ossigeno e sangue determinando, di fatto, una situazione di stress per il nascituro. Naturalmente, affermano gli autori dello studio, per un bambino appena nato rappresentano un fattore di stress tutte quelle procedure che richiedono che venga allontanato dalla madre per un lungo periodo di tempo, anche se queste sono strettamente necessarie.
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