Secondo uno studio giapponese i bambini affetti da dermatite atopica corrono maggiori rischi di sviluppare asma, rinite allergica ed altre allergie nel corso della vita. L’indagine è stata condotta su un campione di oltre tremila studenti dei quali è stata raccolta la “storia” allergica e indagata la presenza di dermatite atopica durante la prima infanzia.
Gli studiosi nipponici hanno così osservato che tra coloro che avevano avuto la dermatite da piccoli era più frequente l’insorgenza di allergie durante l’adolescenza. A favorire l’avanzare delle manifestazioni allergiche, la cosiddetta marcia allergica, nei bambini con dermatite sarebbero, affermano gli esperti, le alterazioni della barriera epidermica dovute alla dermatite stessa; alterazioni che rendono la pelle meno compatta e quindi più vulnerabile ad agenti esterni allergizzanti o infettivi.
L’unica speranza di invertire la rotta è curare efficacemente la dermatite atopica sin dal suo esordio e porre efficaci misure di prevenzione laddove possibile tenuto conto che l’incidenza di questo disturbo è triplicata negli ultimi trenta anni. La dermatite atopica è una malattia infiammatoria della pelle che causa lesioni, secchezza e arrossamenti.
Attualmente non sono note le cause scatenanti ma gli esperti ritengono che l’inquinamento ambientale e il diffondersi di abitudini igieniche sin troppo scrupolose ne favoriscono l’insorgenza. Quel che è certo è che la dermatite atopica ha una componente genetica dal momento che i bambini nati da genitori che ne hanno sofferto entrambi hanno una probabilità dell’80 per cento di esserne affetti a propria volta (probabilità che scende al 60 per cento se ad esserne stato affetto è un solo genitore).
Il disturbo si manifesta nel corso della primissima infanzia (soprattutto nella fascia di età compresa fra due e cinque anni) ed è caratterizzata da fasi di recrudescenza alternate a fasi di miglioramento in cui sembra che il bambino sia guarito. In ogni caso è un disturbo che guarisce spontaneamente con il tempo e solo in rarissimi casi si continua a soffrirne anche da adulti.
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