Uno dei peggiori handicap quando si parla di bambini è sicuramente l’autismo. Si tratta di un disturbo che colpisce alcune funzioni celebrali, c’è ma non si vede, o meglio non si percepisce a prima vista in quanto non è accompagnato da malformazioni fisiche. Comporta delle difficoltà inerenti la sfera della comunicazione, del rapporto interpersonale e dell’immaginazione del bambini che ne sono affetti. Le sue cause sono molteplici ma oggi, grazie ad uno studio condotto dalla Columbia University e pubblicato sul Journal of the American Medical Association, si scopre che il rischio che il bambino possa essere affetto da autismo potrebbe essere ridotto.
Secondo lo studio, condotto su 85 mila bambini, assumere integratori di acido folico fin dalle prime settimane di gravidanza ridurrebbe del 40% il rischio che il feto, una volta nato, sia affetto da autismo. Tra gli integratori assunti in gravidanza, l‘acido folico assume particolare importanza in quanto efficace contro la comparsa di gravi malformazioni congenite quali ad esempio l’anencefalia, la spina bifida, l’encefalocele.
E’ quindi di fondamentale importanza prima della gravidanza e nei primissimi mesi assumere una dose giornaliera di acido folico, ciò perchè nell’embrione il sistema nervoso centrale si presenta come un tubo aperto, che va via via chiudendosi dando vita al cervello prima ed al midollo spinale poi. Se in questo lasso di tempo le “scorte” di acido folico nella madre fossero basse i rischi per la salute del neonato sarebbero maggiori.
In definitiva, pur non essendoci una singola causa legata alla comparsa dell’autismo nei bambini, che deriverebbe dai geni, da fattori legati all’ambiente, da sostanze chimiche e via dicendo, gli studi effettuati hanno portato a rilevare nei soggetti che ne sono affetti delle anomalie a livello delle strutture celebrali. Da ciò deriva che la sindrome possa essere causata da una interruzione anticipata dello sviluppo celebrale.
[Fonte]
Foto courtesy of Thinkstock