Non è passato molto tempo dalla strage in Connecticut. Era il 14 dicembre quando un 20enne, Adam Lanza, ha ucciso 20 bambini e sei adulti nella scuola Sandy Hook di Newtown, doveva da piccolo aveva frequentato le elementari. Un massacro a regola d’arte, che ha mandato gli Stati Uniti nello sconforto più totale. Il nuovo governo Obama si sta interrogando su come regolamentare la vendita delle armi e intanto i genitori hanno fatto scorta degli zainetti antiproiettile per i loro piccoli.
Non si può superare senza postumi un’esperienza simile. I bambini sopravvissuti ne porteranno per sempre i segni e soprattutto il terribile ricordo. È per questo motivo che una bimba di 6 anni ha chiesto un risarcimento di 100 milioni di dollari. La piccola, chiamata con un falso nome Jill Doe per proteggerne la privacy, attraverso il lavoro dei suoi legali, ha citato la scuola, il ministero dell’Istruzione e il commissario all’educazione del Connecticut per non aver preso le necessarie precauzioni per proteggere i bambini.
Secondo quanto il legame della bimba ha riferito alla stampa americana, Jill ha subito «traumi emotivi e psicologici e lesioni, la cui natura e la cui portata sono ancora da stabilirsi». Sono passate circa tre settimane e fatica a dormire, è spaventata, non vuole tornare a scuola. Nelle carte elaborate dall’avvocato, inoltre, si sostiene che «una persona con problemi come Lanza, potenzialmente a rischio, doveva essere conosciuto dalla polizia». Invece, nulla è stato fatto. E un mattino, questo giovani di 20 anni, si è presentato davanti a una scuola stroncando la vita di 20 bambini. Qualcosa – nel sistema americano – non funziona, è oggettivo, perché non è la prima volta che verificano episodi così gravi. Un risarcimento economico cambierà la vita di Jill? Forse no, però potrebbe darle la tranquillità di curarsi e di affrontare il futuro con più serenità. qualcuno dovrà pur pagare…
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