Si parla spesso di lavoro femminile e di quanto siano vecchie le famiglie italiane. Si fanno pochi figli nel Belpaese e sono sempre più numerose (quasi il 25 percento) le donne che perdono il lavoro o ci rinunciano a seguito di una gravidanza. Come mai? Mancano le strutture sociali e di conseguenza manca l’assistenza alle famiglie. Lo dimostrano i dati sulla disponibilità dei posti all’asilo.
In Italia solo l’11,8 percento dei piccoli residenti tra 0 e 2 anni frequenta un nido comunale o una struttura convenzionata con il pubblico. Spulciando tra i dati del Collegio degli Innocenti di Firenze, aggiornati a fine 2011, si può scoprire che in regioni come Emilia Romagna, Toscana e Umbria i posti sono il 30 percento in nidi e servizi integrativi, in Liguria il 20 percento, mentre nel Mezzogiorno si arriva al 10 percento.
Perché sono diventati merce rara? Forse ci sono troppi bambini? Ovviamente no, visto che il nostro è un Paese di vecchi. Non ci sono fondi. Secondo quanto riporta un interessante articolo di Sette, solo lo 0,15% del Pil è destinato a interventi diretti alla primissima infanzia e soli il 25 percento delle richieste non è esaudito. Il nido d’infanzia è importante e le istituzioni dovrebbero conferirgli il giusto valore, anche da un punto di vista socio-educativo.
L’aver frequentato il nido aumenta in modo considerevole la probabilità di ottenere buoni punteggi nella scuola primaria, ma anche alla scuola media e superiore. Effetti positivi che sono maggiori per i bambini che provengono da famiglie con più bassi livelli d’istruzione.
Ha dichiarato Francesca Puglisi, responsabile Scuola della Segreteria nazionale Pd. Bisogno considerare poi un altro problema: i nidi costano moltissimo e in questo momento di crisi, molte famiglie sono costrette a tenere il piccolo a casa perché non possono permetterselo. È evidente però che queste strutture siano davvero importanti. Non è, infatti, un caso che la lista d’attesa sia più lunga proprio dove i nidi sono più diffusi, a dimostrazione che la domanda è fortemente sollecitata dall’offerta.
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