Grazie ai carboidrati che contiene, la pasta deve essere la base della pappa del bambino, perché è in grado di rappresentare la fonte primaria di energia dell’organismo; essa contiene anche una discreta quantità di proteine che però non possiedono tutti gli aminoacidi di cui il bambino ha bisogno e che quindi devono essere introdotti con altri alimenti, magari abbinando la pasta ai legumi.
All’inizio è opportuno offrire al bambino la pasta per l’infanzia, in quanto è prodotta con farina diastasata, cioè con l’amido scomposto in particelle più semplici per favorire la digestione al piccolo, pur mantenendo intatto il suo valore nutritivo; essa, inoltre, contiene anche sali minerali e vitamine del gruppo B.
Pur consigliandosi con il pediatra, si può iniziare a dare la pasta al bambino già dai 4 mesi, nella versione senza glutine fino ai 6 o 12 mesi. A 4 mesi si può offrire con quella dal formato piccolo, in modo da essere più digeribile, come il tipo “tempestina” o le “perline”, e da cuocere nel brodo vegetale per farla diventare più saporita. Intorno ai 10 mesi , quando saranno già comparsi i primi dentini, si può dare al bambino la pasta di grano tenero nel formato più grande come i semini, le stelline e gli anellini, magari con l’aggiunta di legumi decorticati. Dopo i 12 mesi può essere proposta la pasta di grano duro, come le pennette, tagliandola in piccoli pezzi.
La dose iniziale di pasta da offrire al bambino dovrebbe essere di circa 30 grammi, che può essere anche aumentata a seconda dell’appetito del piccolo; la pastina per l’infanzia si cuoce molto velocemente: bastano 4 minuti. Questo tipo di pastina contiene 4 calorie per grammo, e quindi può essere offerta al bambino senza problemi.
Per rendere più saporite le prime pastine del bambino, cuocetele nel brodo vegetale, aggiungete un omogeneizzato di carne e condite con olio extravergine d’oliva e del formaggio grattugiato; per le pastasciuttine, basterà cuocerle in acqua bollente, e, dopo averle scolate, condirle con un po’ di pomodoro, olio e formaggio.