Il parto spaventa le mamme. È un miscuglio di emozioni, da un alto la paura del dolore e dall’altra che qualcosa non vada per il verso giusto. L’Italia è un paese avanzato nel campo della Sanità, uno dei più sicuri al mondo eppure, anche qui, l’8 per cento dei parti avviene in ospedali o cliniche dove si registrano meno di 500 nascite in un anno. Sono numerosi i centri in cui i medici, gli anestesisti o le ostetriche non sono reperibili 24 ore su 24.
È davvero molto importante scegliere con consapevolezza il proprio punto nascita. Gli ospedali con meno di 500 nascite l’anno andrebbero chiusi o accorpati (se ne parla dal 2010). Almeno questo è quello che propone il governo per tagliare le spese, ma la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) sostiene che questo intervento potrebbe essere la scelta giusta, perché le mamme avrebbero centri di riferimento più specializzati e ci sarebbero più impieghi per i medici e il personale paramedico. Nicola Surico, presidente Sigo, ha commentato:
I cambiamenti che conseguiranno all’applicazione del decreto potrebbero realizzare un sistema più moderno e più adatto alle esigenze delle madri. Circa il 67 per cento delle nascite avviene in ospedali con almeno mille parti annui. Dovremmo aumentare questa percentuale almeno fino al 90.
Ora le mamme che hanno bisogno di particolare assistenza devono essere trasportate in ospedali più grandi se vengono ricoverate in questi piccoli punti nascita. Sul tema è intervenuto Massimo Moscarini, ordinario di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università La Sapienza di Roma e presidente dell’Associazione Ginecologi Universitari Italiani (Agui), che a L’Espresso ha raccontato.
Questi punti nascita non hanno il servizio di rianimazione neonatologica, così se i bambini hanno bisogno della terapia intensiva devono essere trasferiti ai centri più grandi. Proprio il trasporto determina un aumento statistico di mortalità.
Ecco quindi che si spiegano anche altre cose. Come mai il cesareo è così diffuso in Italia? E’ il più alto d’Europa e dipende proprio anche dalla diffusione di strutture piccole, che utilizzano il taglio per compensare la carenza di personale e non correre rischi.
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