Nella notte tra sabato e domenica torna l’ora solare. Tutti porteremo indietro di un’ora le lancette dell’orologio e le giornate si faranno più corte. Allo stesso tempo, sembra dovremo anche dire arrivederci al bel tempo che ha caratterizzato questo inizio di autunno e, con esso, ai bei pomeriggi passati al parco o alle giostre. Per noi adulti forse sarà facile abituarsi a questo stato di cose ma non per i bambini che risentiranno del duplice cambiamento accusando insonnia e irritabilità. Parola di Italo Farnetani pediatra e docente all’università degli studi di Milano Bicocca.
Del resto noi genitori sappiamo bene quanto sia difficile metterli a letto quando l’ora legale cede il passo all’ora solare; ormai abituati ai ritmi sonno-veglia imposti dall’ora legale i bambini non ne vogliono sapere di andare a dormire un’ora prima del consueto e spesso se gli si impone di farlo (è necessario per quelli che il giorno dopo devono recarsi a scuola) non si ottiene altro che di vederli girarsi e rigirarsi nel letto senza posa.
La soluzione? Per Farnetani è rappresentata dal continuare a portarli all’aperto al pomeriggio esattamente come abbiamo fatto finora tranne che per il fatto di essere armati di ombrello e galoche, data l’ondata di maltempo che si annuncia con il ritorno di Cassandra. Ma non solo: a scuola gli insegnanti dovrebbero impegnarsi a coinvolgere i bambini in attività più pratiche che teoriche quali disegni, lavoretti e, per i più grandi che fanno alle elementari e medie, compiti ed elaborati scritti.
Quanto all’annoso problema della difficoltà a prendere sonno, Farnetani consiglia di agire gradualmente: lasciamo andare i piccoli a letto secondo la vecchia ora legale anticipando ogni sera di dieci minuti fino a sintonizzarsi sull’ora solare.
Personalmente poi sono d’accordo con l’esperto quando afferma che manterrebbe l’ora legale per tutto l’anno: le giornate più lunghe, dice Farnetani, giovano ai bambini perchè danno loro la possibilità di muoversi di più e di stare in compagnia. Via quindi obesità e solitudine e, dettaglio da non trascurare, risulterebbe ridotta anche la trasmissione di virus influenzali e batteri patogeni, favorita negli ambienti chiusi.
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