Appena qualche giorno fa abbiamo parlato dell’allarme dermatite
lanciato dai pediatri italiani riunitisi a congresso a Genova nei giorni scorsi. Questo tipo di patologia, infatti, è in aumento tra le bambine a causa dell’utilizzo sempre più diffuso del make up già nella fascia di età compresa fra sette e otto anni. Oggi affrontiamo un argomento a questo strettamente legato: le reazioni allergiche causate dai tatuaggi temporanei per bambini. Ancora una volta a mettere in guardia dall’utilizzo troppo disinvolto di questi è il dottor Giuseppe Mele, presidente della Federazione Italiana Medici pediatri (Fimp).
Sempre più spesso infatti è d’uso “decorare” la pelle dei giovanissimi con tatuaggi all’hennè; non ci sarebbero controindicazioni se non fosse che spesso questa tintura naturale, nota per essere praticamente innocua, non è l’unica componente dei cosiddetti tatoo o tatuaggini. In realtà quello che spesso viene applicato sulla pelle dei nostri bambini è un miscuglio di sostanze chimiche tra cui la parafenilendiamina, un colorante contenuto anche nelle tinture per capelli.
La parafenilendiamina viene utilizzata per prolungare la durata del tatuaggio ed è potenzialmente allergizzante. Questo dettaglio è ben noto ai produttori tanto è vero che nelle tinture per capelli non può essere contenuta, a norma di legge, in percentuali superiori al 2 per cento. Ecco perchè è importantissimo assicurarsi almeno che il composto utilizzato sia sicuro e contenga solo sostanze consentite e nelle giuste dosi anche perchè queste restano a contatto con la pelle del bambino per diverse settimane.
Più in generale, avvisano i pediatri, sarebbe meglio evitare l’uso di cosmetici di qualunque tipo limitandosi, in rare occasioni, all’uso di quelli che non contengono nè profumi nè conservanti e per i quali sia stato testato il contenuto di metalli pesanti soprattutto nichel, cromo e cobalto.
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