Aspettare un bambino, che emozione. La prima gravidanza ha un sapore unico, perché ovviamente è una novità, un viaggio nella vita e per la vita che racchiude un mix di paure e gioie. Non vuol dire che le gravidanze successive siano meno emozionanti, semplicemente che le donne imparano ad avere maggior consapevolezza di sé e della realtà che stanno per affrontare.
Un recente studio, condotto dagli esperti del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center, dimostra come la prima gravidanza sia la più complessa. Le gestazioni successive sono più facili da affrontare e secondo i ricercatori esiste una spiegazione scientifica, oltre che fisiologica: il sistema immunitario della mamma diventa più forte e capace di sopportare meglio il feto.
Queste ricerche sono molto fascinose, ma come ricordiamo sempre, vanno prese con la dovuta cautela, anche perché sono testate su modello animale. I topolini, messi alla prova, hanno dimostrato dopo la prima gravidanza di aver sviluppato delle cellule che proteggono la crescita del feto, rendendo più semplice una successiva gestazione. Perché mai questo risultato è così interessante? Non è solo quello di tranquillizzare le donne, che magari hanno affrontato una prima gravidanza complicata.
Gli esperti sostengono che questa novità possa aiutare a sviluppare trattamenti per prevenire la preeclampsia e l’aborto spontaneo. Alla base ci sono le famose cellule T, un particolare tipo di cellule immunitarie, in grado di riconoscere gli antigeni prodotti del bambino proteggendolo dall’attacco del sistema immunitario della mamma. Queste cellule restano alte dopo la prima gravidanza ed è consigliabile avere quindi un secondo bambino entro un lustro, per conservare e soprattutto potenziare questo tipo di scudo. Sing Sing Way, il coordinatore della ricerca, all’Ansa ha dichiarato:
Le caratteristiche di questa memoria immunitaria della gravidanza dimostrano perché le complicazioni si riducono nelle gravidanze successive, rispetto alla prima, ma può anche essere ampiamente applicata ai nuovi modi per controllare meglio l’equilibrio tra la stimolazione immunitaria e la soppressione per la prevenzione delle malattie autoimmuni.
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