Lo scorso anno vi avevo presentato Cenerontola, una principessa fuori dagli schemi. Oggi vi parlo di un progetto simile, che cerca di lavorare con testi e storie lontani dai soliti stereotipi. Il progetto si chiama Fabularia e la scrittrice che l’ha ideato si chiama Francesca Sanzo.
In questi anni, avendo una bambina, mi sono posta spesso il problema delle storie dedicate alle nostre piccole principesse. Principesse appunto, o simil veline come le Winx. Di anno in anno mi rendevo conto che erano davvero poche le favole per piccolissimi che non ricadessero nello stereotipo bambina che deve essere salvata o eroina in minigonna.
Molte mamme discutono anche sui valori trasmessi dalla classicissima Barbie, che ha accompagnato la crescita di molte di noi. Molte altre inventano favole per le proprie figlie, in cui le protagoniste hanno caratteristiche diverse dalle solite. Tra queste mamme ci sono anche io, ma non ho mai messo per iscritto le mie idee.
Lo ha fatto invece, da mamma, Francesca Sanzo che ha cominciato a inventare favole insieme alla sua bambina e visto che i risultati erano divertenti e originali ha deciso di elaborare meglio le storie nate in famiglia e metterle a disposizione di tutti. Nel blog segnala anche libri o iniziative interessanti, che seguono un po’ il principio della diversità.
Ho intervistato Francesca Sanzo qualche giorno fa a proposito delle nuove modalità della narrazione, compresa la narrazione digitale, ovviamente. Vi riporto qui due delle domande che le ho rivolto. L’intervista intera potete invece leggerla su Libri e Bit.
L&B: Il progetto Fabularia cosa ti sta regalando?
FS: Mi diverto, gioco con la mia bambina (che la prima a ispirare le storie, attraverso i suoi disegni o le cose che mi racconta) e con i suoi coetanei. Inoltre quando scrivo favole mi dimentico dei problemi e delle cose brutte della vita quotidiana o del mondo. La parola “crisi” per esempio, la potrei prendere e infilare dentro a una pozione magica della Strega Rantolina che con i suoi potenti mezzi la fa a fettine e la trasforma in “risi”, arriva una bambina che la tira e l’allunga e diventa una “risata”.
L&B: Come mamma, come scegli i libri da regalare a tua figlia?
FS: I personaggi femminili non devono essere stereotipati, la morale non deve diventare troppo didascalica e i disegni devono invitare alla lettura ma anche aprire a nuovi scenari e fantasie, in modo che il libro non sia qualcosa di concluso su se stesso, ma si apra verso nuove possibilità.
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