La pubblicità racconta la nostra vita e quella dei nostri bambini? Sono sempre più numerosi gli spot televisivi dedicati a prodotti per l’infanzia, ma non solo, che cercano di ritrarre le esigenze delle famiglie moderne: alcune sono molto belle e divertenti, altre invece sono frutto del genio di qualche pubblicitario che vive fuori dal tempo (e non ha figli).
Il mondo della comunicazione lavora su più canali. Ci sono réclame che cercano di strappare un sorriso, altre che dipingono la mamma di oggi come quella degli anni Cinquanta, usando degli stereotipi davvero sorpassati, e altre ancora che invece fanno di tutto solo perché se ne parli. Ricordo che abbiamo esaminato insieme dello spot della Vodafone (quello del piccolo che scrive sul muro) e della polemica sollevata dai pediatri. Era diseducativo, secondo gli esperti! Probabilmente è vero, ma parlandone abbiamo contribuito a sponsorizzare il prodotto e forse a passare un messaggio sbagliato. Insomma, siamo caduti nella trappola.
Le tecniche per toccare noi e i nostri piccoli sono davvero molte e spesso subdole. Devo dire però che la nuova campagna Prénatal “Sappiamo cosa vuol dire” è ben fatta. Ha come obiettivo quello di promuovere la collezione Primavera 2012, ma è studiata raccontando in modo divertente alcuni episodi della giornata tipo di due neo genitori o genitori con bimbi piccoli. Tra le tante pubblicità non riuscite, questa è sicuramente illuminata e cerca in qualche modo di instaurare un rapporto diretto con i genitori. Ci sono giorni in cui non vi sentite capiti? Immaginate di dare la pappa al bambino e di vederla spalmata ovunque, sul seggiolone, i vestiti (sì, anche i vostri) ed essere consapevoli che non ha mangiato nulla o di aver passato la notte in bianco, perché il cucciolo di dormire non ne voleva sapere. Non è snervante? Sono tutte situazioni che ci devi viverle, per capirle e, seppur con leggerezza, “Sappiamo cosa vuol dire”, interpreta il sentimento. Lo sapranno veramente? Questo non lo so, ma facciamo sempre attenzione alle pubblicità.
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1 commento su “La pubblicità cerca di raccontare i problemi delle famiglie, ma ci riesce veramente?”