Il congedo di paternità è una bufala

Abbiamo parlato del congedo di paternità come l’acquisizione fondamentale del diritto dei padri di passare del tempo con il loro figlio, anche se la madre è una casalinga. Abbiamo trattato le novità sul congedo di paternità, come miglioramenti di una normativa europea (risalente ormai al 2010) che è diventata direttiva nei vari paesi dell’unione.

Non avevamo però finora avuto nessun riscontro o meglio nessuna testimonianza in merito.

E ora dal blog “Quante storie papà” è arrivata la notizia: è una bufala!

“Gli amici dicono che qualcuno ha avuto 2 giorni, qualcuno nessuno… non si capisce, la situazione è confusa”

così scrive Davide Nonino, il papà che si aspettava di poter rimanere a casa ben due settimane a “spupazzare” il suo nuovo bimbo.

L’hanno chiamata La legenda dei 15 giorni, la legge che avrebbe dovuto significare un passo in avanti per la parità dei diritti tra uomo e donna, distribuendo ad entrambi i componenti della coppia i doveri e le responsabilità (e ovviamente le gioie) nei confronti della prole, creando pari condizioni nei rapporti lavorativi e cercando di mettere fine alle differenze di trattamento tra uomo e donna da parte dei datori di lavoro.

Dalla testimonianza di Davide però pare che il congedo di paternità non sia una realtà, i datori di lavoro non riconoscono questo diritto e concedono ai neopapà dei giorni liberi solo a patto che li scalino dalle ferie lavorative.

E come al solito il nostro Paese sembra essere un esempio negativo in Europa, dato che ad esempio in Svezia o in Francia la normativa ha già avuto i suoi benefici effetti.

In Italia si possono verificare alcune eccezioni, alcuni casi fortunati, ma questo dipende dal tipo di contratto e dalla benevolenza dei dirigenti di azienda.

Cosa bisogna fare? Soluzioni? Non saprei proprio come commentare, da parte mia ho sempre “incitato alla rivolta”, nel senso di non piegarsi alla volontà della classe politica e dirigente che tende sempre ad approfittarne, a guadagnare sul lavoro dei più deboli, a calpestare i diritti che militanti e cittadini con tanto sacrificio e dedizione hanno raggiunto.

Servirebbe? Non lo so. Ma almeno provarci..