Dal pediatra solo fino a sette anni. Questa la proposta contenuta nella bozza di riordino delle cure primarie elaborata dal ministro della salute Renato Balduzzi e dalla conferenza Stato-Regioni in vista del prossimo Patto per la salute. In altre parole, se fosse accolta, i bambini dovrebbero lasciare le cure del pediatra per essere affidati a quelle del medico di famiglia ancora in tenera età.
Come potete immaginare, la proposta ha suscitato un vespaio di polemiche e la reazione dei pediatri che l’hanno definita: “sbagliata, fuorviante e pericolosa”. Queste le parole di Alberto Ugazio, presidente della Sip (Società Italiana Pediatri) che spiega il perchè del no risoluto dei suoi colleghi:
I medici di medicina generale, che garantiscono all’adulto un livello molto elevato di assistenza, sono meno esperti dei pediatri in materia di bambini per il semplice motivo che ormai da 50 anni non se ne occupano più
Dietro la proposta ci sarebbero però almeno due motivazioni ben precise che nulla avrebbero a che vedere con le competenze specifiche dei medici chiamati a garantire le cure primarie ai nostri bimbi: la prima è la carenza di pediatri, soprattutto ambulatoriali, la seconda il maggior rimborso dovuto dallo stato a questi rispetto a quello corrisposto ai medici di base.
Una scelta dettata anche da ragioni economiche quindi che rischia però di essere pagata soltanto dai nostri figli. Secondo gli esperti riuniti a Roma per la presentazione del Libro bianco per la salute dei bambini, infatti, questo provvedimento avrebbe come effetto l’aumento vertiginoso dei ricoveri infantili cui già oggi si fa sin troppo ricorso, soprattutto nel sud del paese, proprio a causa della mancata diffusione capillare di medici pediatri da nord a sud della penisola.
E voi cosa ne pensate? Siete d’accordo o fareste volentieri a meno di questa riforma?
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