Sembra che il fenomeno della maternità, e più in generale della genitorialità, tiri parecchio in televisione, di questi tempi. Da SOS Tata in poi, si sono succeduti tutta una serie di programmi che, in maniera più o meno (in genere, meno) autorevole, affrontano questo argomento nelle sue diverse sfaccettature: ultima in ordine di tempo è la nuova trasmissione di Real Time, “Mamme che amano troppo”.
Le mamme che amano troppo sarebbero le madri (ma il programma si rivolge in realtà anche ai papà) eccessivamente ansiose e apprensive nei confronti dei figli, al punto da diventare soffocanti. C’è quella che imbocca ancora il figlio alla veneranda età di 10 anni, quella che si preoccupa in maniera esagerata per la salute dei suoi bambini, quella che non permette ai figli neanche di andare a giocare con i coetanei.
E indovinate chi sale in cattedra, per spiegare (come se ce ne fosse bisogno) che questi atteggiamenti sono assolutamente dannosi per i propri figli? Non una pedagogista, non una psicologa, non un’insegnante e neanche una super tata, ma nientepopodimenoche Lenore Skenazy. Come, non la conoscete?
Lenore Skenazy è un’editorialista e blogger americana che, dopo essersi fatta un vanto, in un articolo apparso sul New York Sun, di mandare da solo il figlio di 9 anni in metropolitana a New York, è stata definita come “la peggiore mamma d’America”.
Ora. Che imboccare un bambino di 10 anni rasenti la follia, ci sta. Ci sta pure il messaggio che i bambini devono essere guidati verso l’autonomia e l’indipendenza, in maniera ragionevole e compatibilmente con la loro età. E devo ammettere che condivido anche alcune delle affermazioni che Lenore Skenazy riporta in una sorta di suo decalogo, questa ad esempio mi piace molto:
Ricordati: il nostro lavoro è dare ai figli “radici e ali”. Non solo radici.
Ma da qui a presentare la signora come un’esperta del settore, ce ne corre. Confido e credo sempre nell’intelligenza dei telespettatori, e nella loro capacità di distinguere un programma di informazione da uno di intrattenimento, una trasmissione basata su fatti e dati reali da una montata ad arte per stuzzicare la curiosità (e, a volte, la morbosità) in chi guarda.
E quindi, se volete dare un’occhiata a “Mamme che amano troppo“, non è detto che non troviate qualche spunto di riflessione; ma vi invito a guardarlo con un occhio molto, molto critico.
Ultima nota per gli autori del programma: mamme che amano troppo, dite. Mi permetto di dissentire decisamente sulla scelta del verbo “amare”.