I nostri figli ci capiscono anche se parliamo loro una lingua sconosciuta. Sarebbe infatti il tono con cui pronunciamo le parole ad incidere sulla loro capacità di comprensione di ciò che diciamo e non la lingua in cui lo pronunciamo.
A dimostrarlo è uno studio condotto presso la Scuola universitaria di Psicologia dell’Università di Cardiff (in Gran Bretagna) e pubblicato sulla rivista scientifica Cognitive Development. La studio è stato coordinato dalla dottoressa Merideth Gattis ed ha coinvolto un campione di bambini di un anno di età e le loro rispettive mamme.
I ricercatori inglesi hanno dimostrato che i bambini reagivano allo stesso identico modo sia quando la loro madre parlava in inglese che quando parlava in greco, una lingua che non avevano mai sentito prima. Più precisamente le mamme sono state invitate ad interagire con alcuni giocattoli mentre i figli le guardavano e a pronunciare ad alta voce, e sempre con la stessa intonazione, le parole “grida” ed “ecco” prima in inglese e poi in greco.
Si è così visto che la reazione dei bambini non cambiava a seconda che la mamma parlasse nella loro lingua madre o in greco se per farlo aveva usato lo stesso tono.
Così ha commentato questo risultato la coordinatrice dello studio dottoressa Merideth Gattis
Ciò che questo studio ha mostrato è che i bambini potrebbero avere avuto accesso alla comprensione sfruttando semplicemente il tono di voce. Abbiamo fatto dire “ecco” e “grida” in due lingue diverse e si sono ottenuti gli stessi risultati, nonostante i bambini non conoscessero le lingue
Lo studio dimostra anche che, sempre secondo la Gattis, i bambini sono sensibili al nostro tono di voce sin dalla più tenera infanzia e che il modo in cui pronunciamo le frasi è più importante per i nostri figli del loro contenuto.
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