Dopo il latte materno o artificiale, lo svezzamento comincia principalmente con omogeneizzati, pastina e frutta e molto spesso questo periodo può essere accompagnato da coliche, diarrea o stipsi.
Siamo certi che la qualità dei cibi non centri nulla?
In questi giorni è accaduta una scaramuccia sulla composizione degli alimenti tra grandi colossi del cibo: Plasmon e Barilla.
Plasmon, multinazionale specializzata in cibo e prodotti per bambini, ha diffuso un comunicato per scoraggiare l’acquisto della linea per bambini di Barilla, che si occupa invece in cibo di vario tipo.
L’accusa verte sulla presenza di una quantità di pesticidi troppo elevata, per essere ben digerita dai piccoli.
Il presidente del Sindacato dei Pediatri ha negli stessi giorni affermato pubblicamente che solo i pediatri possono decidere dell’alimentazione dei bambini e che è consigliabile che essi mangino quello che l’industria prepara per loro.
Nello stesso tempo, la rivista indipendente dei Pediatri d’Italia, ha commentato l’accaduto denunciando il comunicato sospetto del presidente del Sindacato dei Pediatri, che ha parlato implicitamente a favore della Plasmon, ma soprattutto si è espressa nettamente a favore di uno svezzamento molto più “casalingo” rispetto a quello che si consiglia negli studi medici.
In fondo, se il bambino è pronto per mangiare biscottini, frutta frullata e pastina, perché dovrebbe stare male con il biscottino (naturalmente secco e magro), la mela grattuggiata o la pastina che mangiano gli adulti?
A parere dei pediatri indipendenti d’Italia, non starà male.
Anzi, se le madri hanno il tempo di preparare biscottini a casa, pane, pasta da rendere piccola, ben venga, il loro consiglio infatti è: dopo il latte materno, somministrare leggero, equilibrato e sano cibo per gli adulti.
Com’altro sono cresciute le nostre mamme e le nostre nonne, se non sgranocchiando pian piano croste di pane e quant’altro?
Per finire, la rivista pediatrica ha messo in luce un punto piuttosto controverso: le numerosissime allergie alimentari e non che colpiscono sempre più bambini possono molto probabilmente essere una nefasta conseguenza dei primi trent’anni (dal ’70 a oggi, gli anni del boom economico) di sperimentazione delle diete apposite per bambini fatte da pediatri che per la maggiore prescrivevano prodotti “di moda in farmacia”.