Non è la prima volta, care mamme, che parliamo di nomi e della responsabilità di scegliere quello giusto per il nostro bambino. Sembra una cosa piccola, in realtà sarà il biglietto di presentazione del nostro piccolo per il resto della sua vita. Molti genitori non ci pensano e fanno viaggi pindarici, pentendosi dopo qualche anno. Lo dimostra il proliferare di nomi strani, copiati dai vip o da qualche telefilm americano.
Ieri ho letto un interessante articolo sul Corriere della Sera che ha confutato una mia teoria. Sono sempre stata convinta che la scelta del nome avvenisse per una serie di motivi molto semplici: eredità, ovvero rendere omaggio a un parente scomparso tramandando in questo modo il suo ricordo, e per moda. Non so se avete mai fatto caso, ma ci sono le ondate: prima tutte le Giulia, poi le Elisabetta, nell’ultimo anno solo Sofia e Pietro.
Spesso si evita un determinato nome, per gusto o perché c’è il ricordo di una persona antipatica. Poi, come abbiamo accennato all’inizio, una percentuale molto consistente di madri e padri va per imitazione dei vip e quindi via con nomi stranieri e assurdi (Apple, Falcon, Chanel, ecc). Care mamme, non esistono sole queste tecniche per “rovinare” la vita ai nostri piccoli. Le coppie moderne il nome lo scelgono su Google.
L’obiettivo è sempre lo stesso: trovare un nome unico, insolito e che faccia la differenza (soprattutto nella vita del piccolino) e così il grande G si presta da enorme enciclopedia. Secondo un sondaggio pubblicato dal New York Times, il 64 per cento dei genitori prima di scegliere, ha googlato il nome del piccolo, per scoprire le diverse declinazioni, l’origine e il significato. Ma la domanda sorge spontanea: quando ben il nostro piccolo ha un nome che racchiude un messaggio profondo, come la bimba di Hugh Grant, battezzata “Felice Coincidenza”, al bambino che cosa cambia se non un’eterna presa in giro prima a scuola e poi in ufficio?
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