Fare la mamma e occuparsi della propria casa è un lavoro. Per anni le donne lavoratrici e soprattutto gli uomini hanno identificato il mestiere delle casalinghe come un non lavoro. Una visione, questa, molto retrograda e superficiale di quello che è uno dei cardini delle famiglie. Occuparsi del focolare, non significa solamente fare i mestieri e cucinare, ma organizzare la vita di più persone e consentire loro di occuparsi esclusivamente della loro attività.
La società è cambiata e soprattutto sono modificate anche le esigenze economiche e così sono sempre meno le donne che scelgono di restare a casa, mentre il compagno o il marito va a lavorare: ci sono mamme con un titolo di studio che desiderano realizzarsi anche in ufficio, facendo fruttare gli anni dell’università, e ci sono famiglie cui non basta un solo stipendio. Il risultato? Le signore fanno un doppio lavoro perché continuano a essere le manager della casa e impegnarsi, con ottimi risultati, nella loro attività.
Nonostante tutto, la casalinga è ancora giudicata in modo snob: è una privilegiata che non lavora, secondo i maligni. Le cose però stanno per cambiare. Il Tribunale civile di Genova, infatti, ha riconosciuto a queste signore lo status di lavoratrici e, se il marito è un dipendente statale, può assentarsi dal lavoro due ore al giorno per l’allattamento del figlio, proprio come avviene quando entrambi i coniugi sono dipendenti. Ma c’è di più. Questo speciale permesso è valido sino all’anno di vita del bambino e vale anche se la mamma è disoccupata.
È una svolta per la salute del bambino e della mamma, che in molte case si ritrova totalmente sola le prime settimane di vita del piccolo e non riesce a riposare il giusto. Inoltre, questo permesso consentirà anche ai papà di essere più partecipi fin da subito nella crescita e nell’educazione del figlio, perché se è vero che la maternità è un’esperienza femminile, è vero anche che i bimbi si fanno in due.
1 commento su “Fare la mamma è un lavoro e i papà hanno diritto ai permessi durante l’allattamento”