Andare in vacanza, magari al mare con mamma e papà. Quando si è piccolini e si aspetta l’estate, è questo il sogno più ricorrente. Purtroppo però un terzo dei bimbi resterà a casa, perché quest’anno i soldi, nelle tasche degli italiani, sono davvero pochi e i primi tagli iniziano proprio dalle ferie. A dirlo sono i dati elaborati dall’ Osservatorio sui Diritti dei Minori.
È un ritratto abbastanza amaro e mette in luce quanto sia malandata l’economia delle famiglie. L’Osservatorio ha preso in analisi 100 famiglie monoreddito con almeno un bambino inferiore ai 10 ani di età. È stato importante, per il confronto, anche il campione regionale: 50 residenti al Nord e 50 al centro sud. Come sempre le differenze regionali pesano non soltanto in termini culturale, ma anche economico. Dall’indagine è emerso che il 66% dei bimbi meridionali contro il 34% dei bimbi settentrionali resterà a casa. Cerchiamo però di analizzare meglio quale potrebbe essere il motivo.
Le cause sono diverse: da una parte c’è l’oggettiva difficoltà di arrivare alla fine del mese. Le uscite sono eccessive rispetto al reddito e non si parla di sprechi, ma delle spese di amministrazione e di quelle alimentari. Molte coppie, inoltre, sono indebitate e devono scegliere, purtroppo, tra la rata del mutuo o la vacanza. Poi segue un altro grave problema chiamato disoccupazione: sono tanti i giovani, soprattutto al sud, che hanno perso il lavoro. Ci sono poi quelli che devono risparmiare per pagare le scuole private ai bambini e chi sceglie di non andar via per non aggravare i suoi debiti. Alessandro Pedrini, direttore generale dell’Osservatorio, evidenzia:
I dati emersi dal nostro laboratorio confermano come l’attuale momento di congiuntura finanziaria negativa che attraversa l’Italia colpisce maggiormente le famiglie. Ci troviamo al cospetto di una situazione estremamente critica e destinata ad aggravarsi, se consideriamo che sempre più imprese si vedono costrette a licenziare e mettere in cassa integrazione padri di bambini piccoli, che oltre a dover rinunciare alle vacanze corrono il rischio di vedersi chiudere le porte di accesso ai percorsi d’istruzione e formazione.
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