Se per le vostre vacanze avete scelto una meta esotica, intanto avete tutta la mia più sincera stima: ammiro sempre i genitori che, anche con bambini piccoli, hanno lo spirito giusto per intraprendere un viaggio che non sia per il solito “mare dietro casa”.
Naturalmente, se programmate un viaggio all’estero, dovrete tener presente alcuni fattori che possono incidere sul grado di rischio a cui il bambino è sottoposto: destinazione, durata di permanenza, condizioni igieniche del luogo dove si decide di soggiornare e sicurezza dal punto di vista alimentare.
Prima di partire, accertatevi innanzitutto che il vostro bambino sia in regola con il calendario delle vaccinazioni obbligatorie e consigliate in Italia e, nel caso ci siano dei richiami da effettuare, cercate di provvedere almeno un paio di mesi prima della partenza. Alcuni Paesi del Nord America e del Canada richiedono ad esempio delle certificazioni di avvenuta vaccinazione contro il morbillo, mentre nei Paesi dell’ex Unione Sovietica il rischio infettivo maggiore è quello della difterite, contro la quale in Italia viene somministrato obbligatoriamente il vaccino (combinato nel cosiddetto “esavalente”).
In alcuni Paesi, inoltre, sono diffuse delle malattie che non ci sono in Italia, per cui sono necessarie alcune precauzioni.
Per il colera, ad esempio, non esistono vaccini efficaci, quindi fate attenzione a rispettare scrupolosamente alcune norme igieniche: lavare sempre le mani, bere solo acqua in bottiglia, non usare ghiaccio, sbucciare sempre la frutta, bollire il latte, cuocere bene gli alimenti. I Paesi dell’Oceano Indiano, l’America Centrale e il Sud America sono le aree che maggiormente presentano questo rischio.
Le stesse attenzioni devono essere seguite per il tifo, malattia diffusa in Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina; contro questa malattia esistono comunque anche due tipi di vaccino, uno orale (a partire dai 6 anni di età) e uno intramuscolare (a partire dai due anni di età), che però non garantiscono una copertura del 100%.
La malattia più diffusa nei Paesi Tropicali è la malaria, trasmessa all’uomo dalla zanzara anofele: non esiste un vaccino contro la malaria, l’unica arma è la profilassi (un farmaco da assumere sia prima che dopo il viaggio, secondo una precisa posologia) e la protezione individuale (repellenti, zanzariere, insetticidi, etc.).
Esistono invece vaccini per la febbre gialla (può essere somministrato dai 9 mesi in poi), per l’encefalite da morso di zecca (il vaccino è efficace, ma va eseguito sopra i 12 anni di età), per la meningite meningococcica e per l’epatite A e B.
È fondamentale informarsi sempre per tempo presso gli appositi organismi, come il Ministero del Turismo e gli uffici vaccinali per il turismo autorizzati, sulla situazione sanitaria del Paese che intendete visitare, in modo da provvedere tempestivamente a quanto necessario dal punto di vista medico e partire quindi con maggiore tranquillità, per voi e per i vostri bambini.
1 commento su “Bambini in viaggio all’estero: vaccini e profilassi”