Se il vostro bambino duenne o giù di lì è improvvisamente diventato intrattabile, se la sua risposta a qualsiasi vostra richiesta è sempre No, se pianta grane continuamente e fa i capricci per un nonnulla, sappiate che è tutto tragicamente normale: siete entrate nell’indimenticabile fase dei terrible two, i terribili due anni.
Forse (o forse no) vi consolerà sapere che c’è una spiegazione scientifica a tutto questo: tra i 18 mesi e i due anni (ma a volte anche qualcosa di più) i bambini attraversano una fase molto delicata, in cui prendono coscienza della loro individualità – separata da quella della madre – e hanno bisogno quindi di affermarla in maniera forte, opponendosi a chi dà loro regole, ordini, imposizioni. Inoltre, i bambini in questo periodo vorrebbero dimostrare di essere indipendenti, di poter fare da soli, ma poiché questo loro desiderio si scontra in genere con le loro reali capacità (pratiche, ma anche verbali) ne escono frustrati e di conseguenza aggressivi e capricciosi.
Ma cosa possiamo fare noi genitori per arginare i danni?
Intanto, già il fatto di sapere che si tratta di una fase naturale e anzi utile alla crescita del nostro bambino (ma soprattutto transitoria!), dovrebbe almeno in parte tranquillizzarci e aiutarci ad affrontare con maggior serenità e pazienza gli scatti di rabbia del piccolo ribelle.
Una buona norma è quella di riuscire a mediare tra due atteggiamenti estremi, tra il decido io e basta e il fai come ti pare basta che stai zitto, altrimenti detti (da me) il nazista e lo smidollato.
Da una parte, ricordiamoci sempre che abbiamo a che fare con un bambino, quindi non ingaggiamo con lui una battaglia all’ultimo urlo, non accettiamo la sfida a chi si innervosisce di più. Se ci accorgiamo che il livello di tensione sta salendo pericolosamente, cerchiamo di aggirare l’ostacolo, magari distraendo il bambino e proponendogli delle alternative accettabili (Non vuoi mettere questa maglietta? Ok, scegli tra quella rossa e quella verde. Lui sarà soddisfatto perché avrà potuto decidere da solo, ma noi avremo ottenuto il nostro obiettivo: il pargolo è vestito).
Questo non vuol dire che il bambino non dovrà più rispettare nessuna regola: le regole sono necessarie, ma dovranno essere poche e davvero importanti. Imporre molti divieti al bambino lo frustra, tanto più se poi non riusciamo a fargliele rispettare e autorizziamo altrettante eccezioni. A quel punto è inutile, anzi deleterio, averle fissate, perché lui non ne comprenderà il valore. Meglio stabilirne poche, chiare e inderogabili, soprattutto in materia di sicurezza e di educazione: su queste non cedete mai.
E voi, siete già entrate nella fase dei terrible two? Come state affrontando questo difficile passaggio? Avete strategie e suggerimenti da condividere?
2 commenti su “Terrible Two, se li conosci (non) li eviti”