La scuola è finita e i nostri bambini, come sempre, sono pieni di compiti. Ma è giusto che stiano sui libri anche in estate o sarebbe meglio lasciarli liberi di divertirsi? Ci sono teorie diverse e spesso insegnati e pediatri sono su fronti opposti.
Sono convinta che i compiti delle vacanze siano molto ultimi: la pausa estiva è molto lunga e i bambini hanno bisogno di restare in allenamento. Forse la verità è che spesso questi compiti sono troppi e soprattutto che se la scuola durasse un po’ di più, magari non obbligatoria per aiutare i genitori che lavorano, non ci sarebbe bisogno di massacrare le vacanze. Voi cosa ne pensate, care mamme?
Una recente indagine, tra l’altro, dimostra che i bambini fanno i compiti a giugno e un po’ a luglio, saltando quasi completamente tutto agosto. Che cosa significa? I compiti vengono visti dai genitori un modo per intrattenere i bambini soprattutto in mesi lavorativi e poi stop tutti in ferie. Il pediatra milanese Italo Farnetani ha commentato:
Le scuole chiudono non per mandare in ferie gli insegnanti, ma per far riposare gli alunni. Per il loro benessere fisico e mentale è necessario staccare completamente dallo stress legato all’apprendimento. Inoltre, è inutile anche far fare solo pochi compiti durante le vacanze: l’alunno, così, si abitua solo a studiare svogliatamente.
Secondo l’esperto andrebbero quindi aboliti. Il bambino deve riposarsi e non può essere tediato con libri e libri di compiti. Inoltre, nonostante i testi dedicati alle ferie di solito siano molto belli e colorati, restano – a detta dei piccoli studenti – poco invitanti. Subentra, infine, un altro problema: quanti sono i bambini che fanno i compiti da soli? Spesso vengono aiutati dai nonni oppure li copiano. Diventano quindi uno strumento davvero inutile. Meglio obbligarli a leggere qualche storia e a stimolare la loro fantasia.
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