Oggi vi raccontiamo la storia di Maria Sicignano e Rocco Pascale, una coppia salernitana che sei anni fa iniziò l’iter per l’adozione di un bambino e che ancora oggi deve segnare il passo di fronte alla burocrazia che, quasi a volersi beffare di loro, ha concesso e poi subito revocato l’affido temporaneo di una bambina di 2 mesi.
Un impedimento che a quanto pare sia determinato dallo stato di cecità della Sicignano che per ottenere l’idoneità all’adozione ha dovuto seguire un lungo e impegnativo corso di formazione genitoriale.
Ma il 7 maggio scorso arriva una notizia inaspettata: la coppia è chiamata dal Tribunale dell’Aquila per ottenere l’affidamento temporaneo della durata di un anno della piccola Giulia, di appena 2 mesi di vita.
Quando però il giudice si accorge della cecità della donna fa retromarcia e le chiede indietro il decreto asserendo che a causa di un black out elettrico non aveva potuto leggere attentamente il fascicolo redatto dal PM che esprimeva il parere negativo all’adozione.
Mi sento come una donna che, nel giorno del suo parto, con carrozzina e tutina pronte per l’uso, ha perso la sua bimba, senza neppure vederla
A questo punto la coppia, con l’aiuto dell’Unione Italiana Ciechi, si è rivolta al Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfaglia affinchè intervenga a sanare una situazione in cui l’handicap della Sicignano diventi motivo di discriminazione da parte degli organi giuridici.
Qui non si tratta d’indignarsi di fronte le disilluse aspettative di una coppia che desidera un figlio. E’ la perplessità sul giudizio degli organi preposti che non esitano a far passare un handicap per una inabilità genitoriale.
A tal proposito la coppia ha dichiarato:
Tra le motivazione del rifiuto forniteci poi, quella assurda della chiusura della nostra coppia al mondo esterno. Naturalmente abbiamo declinato l’invito del percorso psicologico e ora chiediamo giustizia al Ministro Mara Carfagna