Si chiama Mario, il neonato che è stato abbandonato ieri a Brescia. È stato trovato vicino a dei cassonetti della pattumiera e ha solo due giorni. Oggi ho deciso di soffermarmi su questa storia, dopo il post di ieri, in cui abbiamo parlato dell’abbandono in ospedale dei bebè. Si tratta di un gesto legale e soprattutto di tutela del minore che consente alla mamma di metterlo al mondo in piena sicurezza (e anonimato) e di lasciarlo alla struttura, che se ne prenderà cura nel migliore dei modi. Per Mario non è stato così. È stato infilato in sacchetto di plastica e gettato come immondizia nei pressi del conservatorio.
A trovarlo è stato una donna. Si è accorta che questo sacchetto si stava muovendo e che potesse esserci dentro qualcuno di vivo, certo non un bambino. Il primo pensiero è stato un cucciolo di cane o di gatto. Invece, c’era lui, con la pelle chiara, per fortuna in buona salute, e con ancora il cordone ombelicale attaccato. È stato all’ospedale che hanno deciso di chiamarlo Mario (pesa 2 chili e 950 grammi ed è lungo 50 centimetri).
Questa storia fa riflettere e, se mi permettete, fa anche scandalizzare. Non c’è davvero rispetto per la vita. Nel 2011 esistono numerosi modi per non rimanere incinta: ci sono anticoncezionali di tutti i tipi e strutture pubbliche e gratuite in grado di fornire assistenza e informazioni a chiunque. Si può scegliere di non abortire ed è ovviamente una decisione di tutto rispetto, ma mettere un bambino in un sacchetto di plastica e buttarlo non è umano.
Esistono le culle per la vita. Ci tengo a ricordarlo ancora una volta. Raccolgono i bambini in sicurezza e in anonimato. Di solito si trovano nei pressi degli ospedali (in Italia sono 36). Le Culle rappresentano un’alternativa all’abbandono in ospedale (e soprattutto per la strada). Non c’è quindi bisogno di lasciare il piccolo dopo aver partorito nella struttura: si può scegliere di avere il bimbo a casa e poi di lasciarlo in queste culle, dove non verrà chiesto nulla e i vostri bimbi potranno andare incontro a una bellissima vita.