All’interno di questo articolo sono stati illustrati gli step da compiere per chi desidera conservare le cellule staminali del cordone ombelicale. Ora vogliamo invece parlarvi della situazione italiana che non è affatto al passo con i tempi.
Parliamo ad esempio della Sardegna che è una delle 8 regioni italiane a non avere una banca del sangue cordonale. Le neomamme quindi al momento del parto sono costrette a cestinare il cordone oppure a rivolgersi ad una banca estera privata (ricordiamo infatti che in Italia non si può conservare il sangue cordonale a scopo privato). In questo secondo caso la mamma dovrà sborsare circa 2000 euro più altre spese.
Passiamo ad esaminare la regione Sicilia. Regione dove la banca del cordone di Sciacca era riuscita a raccogliere 15000 unità di sangue cordonale in tre anni di attività. Questo fino ad uno stop imposto da una vicenda giudiziaria. La raccolta è poi ripresa nel luglio del 2008; putroppo però ci sono numerosi ospedali che addirittura ignorano che ci sia stata questa riapertura. La domanda è: “Come è possibile?“.
Bisogna aggiungere che ci sono state oltre 12000 richieste di autorizzazione all’esportazione di sangue cordonale rivolte al Ministero della Salute e 10000 hanno ricevuto l’assenso. Gloria Pravatà, responsabile relazioni esterne di Adisco, l’Associazione donatrici italiane sangue del cordone ombelicale a questo proposito dice
L’esplosione delle banche private crea un mercato di informazioni concorrenti dove, chi sostiene la donazione pubblica e ha a disposizione risorse esigue, in genere soccombe. Le pubblicità delle banche private in cerca di clienti per il deposito l’autologo, invadono non solo la rete, ma anche il campo una volta riservato alla sola informazione sanitaria, con messaggi non sempre corretti sotto il profilo scientifico, ma molto accattivanti sul piano emotivo, giocati sulla promessa di una medicina futuribile
Tra le banche pubbliche quella che ha raccolto più unità è quella di Milano. Indubbiamente quello che manca è una maggiore informazione. Non tutte le mamme sono infatti a conoscenza di questa possibilità; ma anche gli stessi operatori dovrebbero, in certe contesti, essere maggiormente preparati.
Per approfondimenti sulla conservazione delle staminali: www.conservazionecellulestaminali.it
Via|corriere.it
Update: Vorrei ringraziare Michele, uno dei lettori di Tutto Mamma e segnalare l’esistenza in Sardegna di una banca del sangue cordonale: Osidea.
Non solo c’è poca informazione relativamente alle Banche, che effettuano la crioconservazione delle staminali, ma pochissimi conoscono che in Italia funzionano 110 Centri Ospedalieri, che ne fanno il trapianto su pazienti, Centri che vivono nel più grande segreto.
Io mi sono molto interessato all’argomento, avendo pure scritto un libro sulle cellule staminali. Inoltre, da anni sono abbonato al Notiziario on line Cellule Staminali della ADUC, ma mai ero stato informato dell’esistenza in Italia di tali Centri, che ho conosciuto casualmente solo una quindicina di giorni fa.
Un nostro gruppo sta costituendo un’Associazione che intende stimolare l’utilizzazione delle staminali per tutte le patologie per le quali la scienza può essere attualmente utile, divulgandone la conoscenza. Sarà un contributo per sanare questa situazione, che può essere definita “IL MISTERO DELLE CELLULE STAMINALI”.
Proseguo nel mio contributo. L’autrice dell’articolo, non per colpa sua data la scarsa informazione che c’è, ignora che in Sardegna esiste un Centro, sorto circa due anni fa, la cui denominazione è OSIDEA, che effettua il servizio di crioconservazione delle cellule staminali. Se desidera maggiori informazioni su questo Centro, mi scriva pure una e-mail a: [email protected]
Buongiorno Michele,
grazie per le tue precisazioni.
Hai perfettamente ragione riguardo la banca Osidea; avrei dovuto approfondire maggiormente l’articolo ma il fatto è che dando per buono quanto contenuto all’interno del Corriere.it (fonte del mio articolo) non ho controllato l’eventuale esistenza di banche cordonali in Sardegna (provvederò a modificare l’articolo).
Ti chiedo scusa e ti ringrazio nuovamente per il tuo prezioso contributo.
Grazie,
Martina
Ecco una buona occasione per informarsi e poter scegliere serenamente! Per tutte le mamme di Roma e dintorni il 25 giugno 2009:
FEDERAZIONE NAZIONALE ADOCES:
AL SANIT DI ROMA “DONO DI MAMMA”, UN POMERIGGIO DI INFORMAZIONE SULLA DONAZIONE DEL SANGUE CORDONALE DEDICATO ALLE DONNE IN DOLCE ATTESA
Venerdì 25 giugno alle 16 presso lo stand Adoces al 7° Forum Internazionale della Salute – Palazzo dell’EUR un’ostetrica sarà a disposizione per rispondere a dubbi e domande.
“DONO DI MAMMA” è il titolo dell’iniziativa rivolta alle madri in dolce attesa promossa dalla Federazione Nazionale ADoCeS (Associazione Donatori Cellule Staminali). Si tratta di un incontro – confronto informativo che avrà luogo nell’ambito del Sanit, 7° Forum Internazionale della Salute, a Roma presso il Palazzo dell’EUR (stand Adoces), venerdì 25 giugno alle ore 16: un’occasione durante la quale le future mamme potranno avere risposte, chiarire dubbi e ricevere materiali informativi riguardo alla donazione del sangue cordonale rivolgendosi ad un’ostetrica che sarà a loro disposizione.
La Federazione Nazionale Adoces, che è promotrice della prima campagna nazionale di informazione per la donazione del sangue cordonale (patrocinata dal Ministero della Salute), ha voluto infatti riservare un incontro con le mamme di Roma (e non solo) per dare loro la possibilità di ottenere le corrette informazioni circa la donazione, indispensabili per compiere al momento del parto una scelta consapevole.
Le gestanti potranno essere informate su cosa sia il sangue cordonale (quello contenuto nel cordone ombelicale, che unisce mamma e bambino durante la gravidanza) e sulle sue potenzialità di cura: le dirette interessate, infatti, ne sanno ancora troppo poco e, per di più, vengono raggiunte, oggi più che mai, da notizie contraddittorie e non sempre in linea con le evidenze scientifiche. E incrementare le donazioni è fondamentale per dare la speranza di un trapianto ad altri bambini, affetti da leucemie ed altre gravi malattie emopoietiche: per assicurare una copertura adeguata, il Ministero della Salute informa che le sacche di sangue cordonale conservate nelle 18 banche cordonali della rete nazionale pubblica italiana e destinate al trapianto per la cura di importanti malattie emopoietiche sono insufficienti: oggi sono circa 25.000, l’obiettivo è arrivare a 90.000 unità, una cifra stimata come sufficiente a coprire le necessità italiane.
Durante l’appuntamento “DONO DI MAMMA” saranno presenti anche alcune rappresentanti delle giocatrici della Lega Pallavolo Serie A Femminile, testimonial della campagna di informazione Adoces, e, alle mamme che parteciperanno verrà riservato un piccolo omaggio beauty Lavera, apprezzata azienda tedesca con oltre vent’anni di esperienza nel settore della bio-ecocosmesi.
Costanti aggiornamenti sull’evento sulla pagina Facebook “ADOCES – DONAZIONE SANGUE CORDONALE”.
Per informazioni: ADoCes presso Centro Trasfusionale Ospedale Ca’ Foncello di Treviso, tel. e fax 0422 405179, email: [email protected]
Ero perplessa…
Tentare la donazione pubblica è un’incognita: se si partorisce nel fine settimana, se ci sono problemi burocratici o c’è qualche problema genetico anche minimale, il sangue del cordone ombelicale viene buttato via.
D’altra parte penso anche che sia rischioso affidarsi ad una banca di crioconservazione privata: vi immaginate cosa potrebbe accadere se il costo dell’azoto liquido dovesse salire alle stelle? Potrebbe fallire… e addio staminali!
Siccome fortunatamente non ho grossi problemi economici non mi sembra nemmeno tanto giusto gravare sulla sanità pubblica per conservare le cellule staminali di mio figlio nella egoistica speranza che nessuno le usi per poterle riavere se servono.
Navigando in Internet ho scoperto che si può fare la donazione privata mandando il sangue del cordone ombelicale ai laboratori della Croce Rossa Tedesca di Francoforte, che è un ente serio e ha finalità umanitarie piuttosto che speculative, e non rischia di andare in fallimento come una banca privata. La Croce Rossa Tedesca da molto tempo cura la crioconservazione del sangue cordonale proveniente da donazioni pubbliche e da qualche anno ha iniziato a congelare anche le cellule staminali delle donazioni private, utilizzando gli stessi laboratori e le stesse collaudate procedure.
Probabilmente la scelta di occuparsi anche delle donazioni private è legata alla necessità della Croce Rossa di finanziarsi. Io credo che dare i soldi alla Croce Rossa sia comunque moralmente apprezzabile… no?!
Che ne pensate?
Se volete saperne di più, vi basterà inserire “croce rossa tedesca staminali” nella ricerca di Google 😉
SEmbra una alternativa interessante, ora ci documenteremo.