Secondo Netcraft, il numero dei siti web attivi supera i 230 milioni. Su internet si trova di tutto, volenti o nolenti e sarebbe limitativo non permettere a nostro figlio di collegarsi per la paura che possa imbattersi in siti pornografici, violenti, o che inneggino a stili di vita autolesionisti come l’anoressia o la droga.
Per questo ormai da anni esistono i c.d. filtri famglia o parental control che garantiscono l’accesso solamente a siti ritenuti sicuri. Bisogna comunque sottolineare che non esistono sistemi perfette che non possono essere elusi da malintenzionati. Si tratta però di sistemi validi che possiamo migliorare controllando i comportamenti di nostro figlio: quanto tempo passa su internet, se in lui ci sono cambiamenti o stati d’interesse eccessivi, se ha il telefonino sempre al top della ricarica (purtroppo quello della ricarica è un metodo di adescaggio diffuso). La prova del 9 è andare a vedere nella cronologia quali siti ha visitato (oppure si sono aperti automaticamente non per colpa sua).
Il filtro famiglia è un software o un servizio che è in grado di selezionare le pagine in base ad alcuni criteri e di conseguenza concedere o negare il collegamento ai siti internet.
Esistono diverse tipologia di filtri famiglia:
- Software istallato sul PC
- Sistema di protezione fornito dall’ISP
- Browser dedicati
Il software istallato sul Pc è un programma che è in grado di valutare “al volo” i contenuti dei siti web raggiunti e di decidere se consentire l’accesso o negarlo.Il sistema può essere integrato con una black list: una lista nera che periodicamente aggiorna il software sui siti pericolosi da evitare.
Il sistema di protezione fornito dall’ISP è garantito dal vostro provider, in pratica dalla compagnia telefonica con cui avete l’accesso a internet.
I browser dedicati non utilizzano i programmi comuni per la visualizzazione delle pagine internet, ma software creati ad hoc per i bambini.
Ho letto con interesse il decagolo sulle regole d’oro su Internet e bambini. Lo trovo azzeccato e un ottimo spunto di riflessione anche per me, come mamma di un ragazzino 11enne che fa pressing per andare su Facebook. Sono d’accordo sul fatto che una extra rete di protezione, oltre alla presenza del genitore e all’essere per primo un esempio di comportamento online, sia cmq necessaria. Mia cognata, ad esempio, su consiglio di alcuni insegnanti, ha attivato un sistema di navigazione sicura. Non l’avevo ritenuto necessario, prima, ma ora la sto seguendo a ruota. Quando si tratta di minori, la prudenza non è mai troppa. Marianna