Il nuoto non espone i bambini al rischio di asma e allergie, almeno non se praticato a livello amatoriale, una o due volte a settimana. Questo è quanto emerso da uno studio pubblicato su American Journal of Respiratory and Critical Care Medecine basato su un campione di 6000 bambini seguiti dalla nascita fino ai dieci anni di età.
Gli studiosi sono giunti alla conclusione che i bambini che frequentano la piscina non corrono maggiori rischi degli altri di sviluppare asma e allergie a causa del cloro presente nell’acqua, anzi il nuoto è associato a una migliore funzionalità polmonare e a minori sintomi respiratori in bambini asmatici. Viene così smentito il risultato di studi precedenti che avevano creato qualche allarmismo di troppo tra le mamme dei giovani nuotatori.
Come ricorda, sul Corriere della sera, Eugenio Baraldi, professore associato di pediatria all’università di Padova:
Studi precedenti avevano suggerito la possibilità che nuotare nelle piscine disinfettate con cloro aumentasse il rischio di asma in bambini e ragazzi. Questo perché il cloro utilizzato per disinfettare l’acqua delle piscine in presenza di ammoniaca e liquidi organici (urine e sudore) può dare origine a sostanze capaci di attaccare lo stato di protezione degli alveoli polmonari causando iperreattività bronchiale, una delle componenti dell’asma. Evidentemente questi potenziali effetti negativi dipendono non solo da come viene mantenuta la piscina, ma anche da quanto tempo si passa in questo ambiente. In chi fa nuoto a livello agonistico è più facile che si inneschi un quadro di iperreattività bronchiale, ma nei bambini che frequentano le piscine un paio di volte la settimana il rischio sembrerebbe non sussistere alla luce dei nuovi dati
Per tenere i piccoli lontani da asma e allergie causate dal cloro migliorando anzi la salute dei loro polmoni basterebbe quindi assicurarsi che l’impianto prescelto sia in ottime condizioni igieniche e propendere per un abbonamento bisettimanale.
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