Le infezioni urinarie basse ricorrenti colpiscono più le femmine che i maschi, almeno in età scolare. Sono piuttosto comuni durante l’infanzia sia tra i neonati che tra i bambini al di sotto dei dieci anni di età e vanno curate tempestivamente ed efficacemente anche nelle forme meno gravi per evitare che i reni del piccolo ne risentano.
Sintomi
I sintomi delle infezioni urinarie basse variano in funzione dell’età del bambino: i più grandi presenteranno disturbi tipici quali dolore, fastidio e/o bruciore nel fare la pipì mentre il neonato può manifestare il proprio disagio con sintomi aspecifici quali irritabilità, inappetenza, urine maleodoranti. Spesso questo tipo di infezione si manifesta con infiammazioni della vagina e stipsi.
Diagnosi
Anche in questo caso, lo abbiamo già visto a proposito delle altre infezioni delle vie urinarie (batteriuria asintomatica, cistite acuta, pielonefrite) la diagnosi può essere posta solo in seguito all’esecuzione di esame delle urine completo e urinocoltura. In alcuni casi, soprattutto quando si tratta di infezioni urinarie alte o quando il bambino è molto piccolo, il pediatra può consigliare ulteriori accertamente quali ecografia renale e cistografia.
Come si curano
In caso di infezioni urinarie basse ricorrenti il pediatra prescriverà la terapia antibiotica (solo dopo aver visto i risultati delle analisi): di solito l’antibiotico viene somministrato al bambino per via orale e per un periodo che va da tre a cinque giorni. Insieme all’antibiotico il medico potrebbe prescrivere farmaci che regolano la muscolatura vescicale e indicare esercizi di rieducazione minzionale.
Quali conseguenze hanno le infezioni delle vie urinarie
Le infezioni urinarie hanno una certa tendenza a tornare di nuovo, soprattutto quando il piccolo presenta malformazioni delle vie urinarie o anomalie a vescica e sfintere. Anche quando queste condizioni non sono presenti però il pediatra potrebbe prescrivere una terapia antibiotica a scopo preventivo e raccomandare l’osservazione di precise norme igieniche utili per evitare la diffusione di germi dalla zona anale ai genitali. Sempre più spesso però viene prescritta una terapia a base di probiotici.
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