Conciliare lavoro e famiglia attraverso la modulazione degli orari di lavoro. Per raggiungere questo obiettivo è stata firmata, appena ieri, un’intesa fra il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, e la parti sociali. Proprio queste ultime hanno il compito di valutare le migliori prassi adottate da alcune aziende in merito al trattamento riservato alle mamme lavoratrici, per far si che diventino regole introdotte nella contrattazione collettiva e vengano applicate da tutti i datori di lavoro.
Nello specifico, le misure che potrebbero essere introdotte riguardano la possibilità di usufruire part time del congedo parentale, portandolo da sei mesi a un anno, l’incentivazione del telelavoro, la creazione di banche ore, la possibilità di usufruire di un orario di lavoro flessibile in caso di infermità del coniuge o di un parente di secondo grado. In più, le misure potrebbero riguardare l’impegno, da parte del datore di lavoro, di affidare alla neo mamma le mansioni che ricopriva prima del congedo di maternità o altre ad esse equivalenti.
Spetta adesso alle parti sociali trovare, entro novanta giorni, un accordo; qualora questo venga raggiunto, sarà firmato un avviso comune cui fare riferimento nella contrattazione collettiva mentre il governo si impegna a rifinanziare leggi a sostegno dell’occupazione femminile e a vararne di nuove e, cosa altrettanto importante, insieme a Regioni e ad enti locali, a potenziare le infrastrutture e i servizi territoriali a sostegno delle mamme lavoratrici rifinanziando, ad esempio, il piano dei nidi per il 2011.
Sembra dunque che siano in arrivo tempi nuovi per le mamme lavoratrici italiane le quali, secondo le statistiche, sono fra le più stanche di tutta europa con il carico familiare e domestico che grava quasi interamente sulle loro spalle. La situazione poi appare ancora più grave se si pensa alla penuria cronica di servizi territoriali pubblici cui affidare i propri figli durante l’orario di lavoro
[Fonte: Corriere della sera]
Ottima notizia! Bisogna sperare che l’intesa raggiunta tra il Ministro Sacconi e le parti sociali venga ben accolta anche dalle imprese italiane. Tanti esempi europei dimostrano infatti quanto sia fondamentale per un’azienda promuovere il benessere organizzativo e tutte quelle condizioni di qualità della vita e di sviluppo del potenziale professionale e personale che soddisfano i collaboratori: questi ultimi partecipano al lavoro e forniscono il loro contributo straordinario di attenzione, impegno e creatività e l’impresa stessa apprende, più in fretta e meglio dei concorrenti, i fatti e i cambiamenti del mercato e li trasforma in opportunità di sviluppo.