I bambini di Milano soffrono di infezioni respiratorie più dei loro coetanei sparsi in tutta Italia; ciascuno di essi totalizza infatti sei o sette episodi nei primi tre anni di vita e quattro-cinque nei successivi. Si parla del 30-35 per cento in più rispetto ai bambini che vivono al centro-sud o ocomunque lontano dalla città.
Il dato, a dir poco sconcertante, è stato diffuso dal direttore della Clinica Pediatrica I dell’Università statale, Susanna Esposito e da Maria Francesca Patria dell’ambulatorio di Pneumologia e allergologia pediatrica (attivato proprio quest’anno all’interno della Clinica) secondo le quali durante l’inverno otiti, tonsilliti e raffreddori, nel migliore dei casi, costringono a letto da una a tre volte al mese i piccoli che vivono nel capoluogo lombardo.
E come se questo non bastasse, aggiungono le due esperte, aumenta il ricorso dissennato agli antibiotici con almeno due conseguenze nocive: la somministrazione di farmaci inutili al bambino (spesso si tratta di forme virali, che quindi non rispondono alla terapia antibiotica) e la diffusione di batteri resistenti all’antibiotico stesso.
L’ansia dei genitori nel cercare di anticipare il più possibile la guarigione li spinge a ricorrere all’antibiotico prima del tempo o addirittura quando non serve, sia facendo pressione sul pediatra sia ricorrendo al fai-da-te. Un doppio errore perchè nel 60% dei casi (e nel 70% al di sottodei 3 anni) l’infezione non è batterica, bensì virale, quindi l’antibiotico è del tutto inefficace e perché l’uso eccessivo o scorretto degli antibiotici favorisce la diffusione di batteri resistenti
Ai danni dello smog si aggiunge poi il comportamento irresponsabile di molti genitori, tabagisti incalliti che fumano senza porsi alcuna remora in presenza dei propri figli, anche quando ammalati, secondo quanto testimonia la Esposito.
Le infezioni respiratorie a carico dei bambini comunque sono molto più diffuse che nel passato anche nel resto della penisola. Il numero dei bambini che si ammala più spesso è quadruplicato negli ultimi trenta anni.
[Fonte: Corriere della sera]
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