Gli scienziati hanno testato, attraverso ricerche trasversali, condotte sui bambini e addirittura su alcuni animali, quanto siano importanti le cure parentali, le carezze e la dedizione per un piccolo.
Già uno studio presso la University of Wisconsin-Madison da Leslie Seltzer aveva affermato che per i piccoli stressati il rimedio migliore sono le coccole della mamma.
Sylvia Brody e Sydney Axelrad, una psicologa ed un educatore, hanno provato nel loro Broady Longitudinal Study poi quanto, sullo sviluppo della personalità e salute mentale del futuro adulto, influiscano il tipo di cura materna durante l’infanzia, le esperienze familiari della fanciullezza e le esperienze traumatiche prima dei diciott’anni.
Per farlo hanno iniziato un progetto longitudinale (durato 30 anni) con 131 bambini di diversa estrazione sociale ed etnica nati a New York.
I risultati sono stati abbastanza chiari: la relazione della madre con il bambino durante l’infanzia può avere implicazioni fondamentali per il successivo sviluppo mentale del figlio.
Alla luce dei dati ottenuti dall’accompagnamento di questi bambini fino alla età di 18 anni, si poté evincere che l’adeguatezza delle cure materne profuse nel primo anno della loro vita aveva una continua influenza su molti aspetti della crescita psicologica dei figli.
A un anno di età i figli delle madri più efficaci (gruppo A) avevano uno sviluppo motorio e cognitivo più avanzato dei figli delle altre madri (gruppo B), presentavano umori e affetti più positivi, mostravano un maggior coinvolgimento nel loro mondo, più spontaneità, sensibilità, curiosità e tolleranza alla frustrazione e meno ansietà e tensione.
A sette anni, i figli delle madri del gruppo A mostravano più autostima e minori ansietà. Ugualmente ai 18 anni, per i figli delle madri del gruppo A, la tendenza al miglioramento era confermata: avevano una migliore visione di sé e dei genitori, una maturità psicosessuale più avanzata, controllo dell’ansietà, meno psicopatologia e difese più mature.
Gli esperimenti invece ripetuti su soggetti in età più avanzata, intorno ai trent’anni, non hanno confermato le premesse, probabilmente, affermano gli studiosi, perché con il passare del tempo aumentano le interazioni con altri tipi di sfere sociali e i genitori non sono più l’elemento principale della vita del figlio.
Anche curiosi esperimenti sui topi hanno sostenuto gli stessi risultati, confermando che l’affetto e l’amore che si dimostrano ai piccoli è di gran lunga più importante di molti altri fattori materiali, e questo vale per tutti gli esseri viventi, almeno quelli sviluppati in maniera più complessa.
Weaver e colleghi (all’interno della ricerca Epigenetic programming by maternal behavior) nel 2007, hanno coinvolto un ingente numero di topini, suddivisi in due squadre, allevate in condizioni differenti. La prima riceveva minore apporto di nutrimenti ma maggiore frequenza di cure da parte della madre, la seconda un abbondante apporto di cibo ma quasi inesistenti coccole dai propri simili.
I risultati erano incredibili: i topi adulti che hanno ricevuto dedizione ed estese attenzioni durante i primi periodi di vita sono più pronti ad affrontare lo stress.
Un secondo esperimento sempre sui topi ha confermato ampiamente il primo: piccoli a cui veniva somministrato il latte da una congegno meccanico, di acciaio freddo, in quantità abbondante riscontravano maggiori difficoltà ad affrontare la vita successiva rispetto al gruppo che riceveva una quantità leggermente minore di cibo, ma da una madre vera.
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