I bulli sono sempre esistiti, ma oggi la violenza tra i ragazzi e tra i bambini sta davvero dilagando. Forse il problema si è aggravato perché la maleducazione viaggia su più canali, come la televisione e soprattutto la Rete, che da un lato è un meraviglioso strumento, dall’altro può diventare anche pericoloso. Da qualche anno ormai ha preso piede quello che in gergo è stato definito cyber bullismo e le principali vittime sono proprio le regazzine.
A darne notizia sono un paio di sondaggi che, effettuati in Norvegia dall’agenzia di ricerche di mercato TNS Gallup e dalla compagnia telefonica Telenor, dimostrano che due adolescenti su tre sono femmine. Il cyber-bullismo può avvenire sia attraverso immagini che attraverso il testo: fotografie private che viaggiano online senza autorizzazione, ma anche frasi offensive postate su bacheche virtuali (da Facebook a Twitter).
Tove Flack del Centro di Ricerca Comportamentale dell’Università di Stavanger, capo del gruppo di esperti che ha analizzato il fenomeno ha dichiarato:
Il cyber-bullismo è solo uno dei molti modi in cui vengono molestate le ragazze. Questo può significare che non hanno mai un luogo protetto a scuola vengono emarginati o insultati e quando tornano a casa ricevono vessazioni sul telefono cellulare e sul pc. L’accesso ai social media negli ultimi anni ci ha purtroppo regalato nuovi tipi di bullismo.
La domanda che ci si pone credo che sia comune: come possiamo proteggere i nostri bambini? Certo, isolarli dal mondo non è un buon modo. Ha provato a dare una risposta uno degli autori della ricerca, Arne Olav Nygard:
I genitori possono fare molto per essere presenti. Un modo potrebbe essere quello di mettere il computer in salotto o in un’altra stanza al centro della casa, e devono insegnare ai bambini a usare nome e cognome per le interazioni in rete. Possono fare amicizia con i propri figli su Facebook. E, soprattutto, devono osservare e imparare la logica del mondo digitale: in questo modo sarà difficile per i ragazzi avere una vita digitale segreta.
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