Il citomegalovirus (CMV) è un virus che provoca una malattia normalmente non grave. Nella grande maggioranza dei casi non si presentano neppure i sintomi, in un 10% dei casi invece si manifesta in modo simile all’influenza o alla mononucleosi. Chi ha già avuto la malattia non è immune, quindi può nuovamente contrarla. L’infezione da CMV può essere pericolosa se contratta durante la gravidanza, perché il virus può superare la placenta e contagiare il feto.
Non sempre però questo succede. Il rischio di trasmissione infatti varia a seconda che si tratti di una prima infezione, cioè se è la prima volta che la madre contrae la malattia, oppure di una re-infezione. Nel primo caso il rischio di trasmissione al bambino corrisponde a 3-4 casi ogni 10 gravidanze, mentre nel secondo caso la trasmissione è molto più rara e si verifica al massimo in 2 casi ogni 100 gravidanze. Quindi per chi ha contratto l’infezione prima della gravidanza il rischio è molto basso.
Che rischi ci sono se l’infezione passa al bambino durante la gravidanza?
In circa l’80% dei casi l’infezione è asintomatica e non ha conseguenze sul neonato: solo 1 neonato su 10 può avere problemi di udito che si manifestano dopo la nascita, anche tardivamente. Nel restante 20% dei casi l’infezione può avere conseguenze sia prima della nascita (fegato ingrossato, ritardo di crescita con un diverso grado di gravità) che dopo (ittero, petecchie sulla pelle, segni neurologici).
Nel nostro paese studi recenti hanno mostrato che il numero di neonati a cui è stata trasmessa l’infezione in gravidanza è di circa 2 ogni 1000, un valore fra i più bassi riscontrati nel mondo.
Come si contrae la malattia?
Venendo a contatto stretto con persone infette, attraverso saliva, sangue, urine, oppure rapporti sessuali. Generalmente le persone più esposte all’infezione sono quelle che lavorano a contatto con i bambini molto piccoli, nelle scuole materne o nei nidi, perché possono venire a contatto con la saliva dei bambini e con le urine durante il cambio dei pannolini.
Come evitare di ammalarsi durante la gravidanza?
E’ possibile limitare il rischio di contrarre il CMV:
- evitando le attività professionali a stretto contatto con bambini sotto i 3 anni, come quella negli asili nido;
- lavando frequentemente le mani con acqua e sapone, in particolare dopo il cambio di pannolini o dopo aver pulito il naso o la bocca dei bambini;
- evitando di baciare i bambini sotto i 5-6 anni vicino o sulla bocca;
- evitando di condividere con i bambini piccoli alimenti, bevande, posate, bicchieri, spazzolini da denti.
E’ possibile sapere se il virus è stato trasmesso al bambino?
Prima della nascita è possibile verificare se l’infezione è passata al bambino con una amniocentesi, da effettuare non prima della 21esima settimana e comunque non prima di 6 settimane dall’infezione materna. E’ importante ricordare che, anche quando il virus è stato trasmesso al bambino, nella grande maggioranza dei casi non vi sono conseguenze. Un’ecografia può essere utile per rilevare la presenza di eventuali anomalie che possono essere riconducibili all’infezione da CMV.Dopo la nascita del bambino invece è possibile verificare se c’è stata la trasmissione del CMV durante la gravidanza attraverso un esame del sangue.
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